Paflasmòs

mercoledì 13 ottobre 2021

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7 maggio 2007:
la mia Protesta...

ascolta la puntata dal PODCAST

 Salute, Ciurma e Pirati di ogni dove! 

Oggi, dove vi porterò con il mio bordeggio? Da dove partiremo, ma soprattutto, dove approderemo tra racconti, riflessioni e considerazioni?

Salite a bordo, aprite il cuore e lasciate alla deriva i pregiudizi…


“7 maggio 2007

Eccomi qua. 

A fare i conti con me stessa e con il resto del mondo.
Ho deciso. Con una tristezza mortale, ho deciso.
Entro stasera ciò che rende donna una donna, non mi apparterrà più.
Il mio ventre sarà sterile e silenzioso
...e probabilmente le lacrime scenderanno copiose.
Niente più burrose manine che si protenderanno verso di me, niente più gorgheggi allegri e trilli entusiasti per la scoperta di nuove cose, niente più sguardi colmi di fiducia incondizionata, niente più lacrime da asciugare per la sconfitta di un passetto non riuscito...

Come mi mancherà poter rivivere tutte queste cose! ... e il primo giorno di scuola, e la prima cotta, e le prime aspirazioni e le grandi prove della vita, e il primo amore e...e...e...non basterebbe un libro intero a descrivere ciò a cui sto rinunciando.

Ma ciò che davvero conta per me è raccontarvi perché ho deciso di privarmi per sempre della possibilità di essere altre volte ciò per cui la Natura mi ha creata: Madre.
Mentre scrivo, mi chiedo se sia più egoista generare un figlio o impedirsi di generarlo.
O se sia la “Vita” stessa, intesa come immane entità, la vera egoista, incurante di come i figli giungano al mondo, purché arrivino e Lei non si estingua.
Io  sono una dannata romantica, assetata di poesia e armonia. E adoro i bambini: venero l’innocenza, la purezza dei sentimenti e l’incanto della scoperta.
Non mi costa nulla un sorriso o offrire una spalla su cui piangere per poi cercare di infondere forza per i giorni a venire.
Mi fermo ancora sul ciglio di una strada per farmi rapire dall’eccezionalità di un tramonto e sentire che anche la mia anima si espande riempita da quella magia.

E dunque non posso.

Non posso permettere che una mia eventuale debolezza emotiva mi induca a trascinare in questo mondo un’altra creatura, inerme, innocente, vergine.

C’è troppa violenza in questo mondo. 
E più grave di essa è la superficiale indifferenza in cui mette radici.
Da dove cominciare per parlare di questa palude in cui arrivano i bambini?

Non credo che chi desidera un figlio lo metta al mondo con l’intento di farlo soffrire o di abbandonarlo: è solo inconsapevole, fino al momento in cui viene sopraffatto e si arrende, che in troppe situazioni il genitore è “solo contro tutti”.
Da dove cominciamo? Perché non dagli asili? Non è di molto tempo fa la notizia dei bambini drogati e molestati, quando in quelle strutture dovrebbero essere accolti e protetti come da una proiezione della madre stessa!
O a casa dell’amichetto che a sei anni gira con un piccolo serramanico tra le mani e il padre trova questo del tutto normale.
O a scuola, dove insegnare non è quasi più un valore, dove i bambini non devono esprimersi per le loro peculiarità ma omologarsi impersonalmente covando rabbia e aggressività, dove non c’è ascolto alcuno, dove non si tiene in considerazione la richiesta d’aiuto del bambino o della famiglia, dove è più comodo richiedere un insegnante di sostegno o consigliare pastigliette, sempre che di nuovo non si incontri il grande e osceno spettro della pedofilia!

E gravissimo è il fatto che spesso, troppo spesso, coloro che umiliano, feriscono e stuprano siano proprio coloro che rivestono il ruolo di tutori.

E la televisione? Dove collochiamo questa nuova governante dispotica e provocatoria, fredda e distaccata ma comunque crudele e apparentemente inalienabile? In nome di una libertà che così gestita è di per sé un abuso è stata censurata la censura, dimenticando che la propria libertà non deve ledere la libertà degli altri. 
Ogni giorno, a tutte le ore, vengono proiettati film e telefilm in cui violenza, sessismo, abusi, tradimenti, crudeltà e menzogne sono gli ingredienti più usati. 
E questo non è intaccare con la propria deviata libertà di espressione la libertà di crescere e formarsi gradatamente, con valori più umani? 
Non si considera mai che il cervello assorbe le emozioni incapace di distinguere se esse siano frutto di realtà o di finzione.  
Modelli assurdi ripetuti all’infinito che penetrano nelle menti e nei cuori  fino a diventare “normali”: perversioni travestite da normalità, dimenticando che “normale” non è sinonimo di “giusto”. 

Nessuno si è ancora chiesto perché negli anni passati i bambini giocavano a “mamme” o al massimo ai “dottori”, mentre oggi il gioco è l’aggressione, e poco dopo lo stupro di massa, la ripresa e diffusione di “atti osceni”? Ma quali “atti osceni”! 
Basta accendere la televisione dopo una certa ora o navigare in internet per essere sommersi di “atti osceni” non richiesti! Che ipocrisia! 
Allora, sono o non sono “atti osceni”?  E se lo sono, perché sono liberamente diffusi? E se non lo sono, perché vengono poi condannati quando emulati?

Io ricordo invece sacri momenti in cui le voci degli anziani sussurravano: “Sssh, non davanti ai bambini!”, e proteggevano con fermezza l’innocenza, il diritto alla fantasia, la raccolta del frutto secondo la stagione, il dono prezioso del saper attender e desiderare…


Ora la poesia viene disattesa continuamente, se non derisa o umiliata.
L’essere sensibili è una vergogna.

E ”fare l’amore” non si dice nemmeno più: adesso quando si è educati si dice “far sesso”, ed è qualcosa di così accessibile e banale come bere una birra! Non a caso scelgo l’espressione “bere una birra”, poiché è questo ciò che si fa: bere acqua, si sa, arrugginisce! E poco conta se poi la gente s’ammazza preda dell’alcol e della  velocità, perché anche questo è uno status symbol, correre in tutto e per tutto.
Si venderebbero forse meno auto se queste fossero impossibilitate ad andare oltre i 130 km/h?
Io non credo, così come non credo che sia impossibile divertirsi senza bere alcolici, così come invece credo che fermarsi di tanto in tanto a godere dell’attimo, ad assaporarlo sia gratificante e ed estremamente benefico. 
Ma chi non gode dell’arricchimento del passo lento e del momento raro, come può ancora fare l’amore? Come può sentire battere il cuore fino a scoppiare allo scambiarsi del primo bacio? 
E come può sentire il respiro che si ferma, la bocca secca e il cuore che fa un battito al minuto per l’emozione della “prima volta”, di ogni “prima volta”, se tutto è già stato intaccato dal disincanto, diventando scontato, già visto, già raccontato e dimostrato e documentato? 


Ho letto ieri di baby-prostitute, bambine che “scelgono” di vendersi in locali per giovanissimi, gestiti da persone di poco più grandi...
Che sentimenti possono coltivare dentro di loro? 
E chi sono coloro che tacciono sapendo?
Dov’è il rispetto, la considerazione dell’individuo, la volontà di “investire” per un mondo migliore?
Perché il fine ultimo di tutto dev’essere solo il sesso egoistico e fine a se stesso o il denaro?

E davanti alle gratuite violenze perpetrate dal “branco” come dovrei comportarmi?
Cosa dovrei lasciare che mio figlio imparasse? Che il “diverso” è un nemico? E se il diverso fosse lui?
Dovrei incoraggiarlo a nascondere le sue verità per non venire deriso o picchiato? 
E se fosse una diversità evidente, magari un handicap? Cosa dovrei farne? Abortirlo dopo un’amniocentesi, o abbandonarlo in un orfanotrofio o lungo una strada? 
...e se lo concepissi con un bellissimo negro e la pelle ne fosse la spudorata testimonianza...?

E poi dovrei anche insegnargli che esiste la “gente per bene”. Famiglie di mera apparenza, i cui componenti rivestono magari cariche importanti, considerate e rispettate socialmente, ma che si arricchiscono con la morte: industriali delle armi, ad esempio, oppure che riciclano denaro sporco o nascondono rifiuti tossici e poi magari fanno tanta beneficenza! 
E in mezzo a questo indiscutibile veleno caotico, come potrei, ditemi, come potrei fargli davvero capire cosa è giusto e cosa no, chi sono i “buoni” e i “cattivi”, quale sia la vera forza - che risiede nell’anima e non nei muscoli - e la debolezza - ben mascherata dietro atti di violenza e di sopraffazione - ?

Fra qualche ora chiuderò gli occhi, mani sconosciute scaveranno nel mio ventre, ignare della vera ferita che staranno aprendo dentro il mio cuore e nel mio futuro...
In realtà non so nemmeno se mi risveglierò: non sempre gli interventi, per quanto banali, hanno esito positivo. 
Ma questa eventualità non è per me grave quanto correre il rischio di diventare così folle da concepire un altro figlio e offrirlo, innocente, a questo mondo.”

                                                                                                                    eli the worst 


Si, sono passati diversi anni, ormai, da questa storia, da questa lettere, scritta proprio la notte precedente il ricovero: racconta di me e della mia scelta di rinunciare alla maternità, una di quelle scelte che segnano per sempre la propria vita.

Sono passati quattordici anni, ormai. 
Altri fatti e altri eventi potrebbero aggiungersi alle righe già scritte.


Tutti effetti più o meno manifesti, gravi ed evidenti di uno specifico aspetto.

Vediamo un po’…se io dicessi che tronco, rami, gemme, foglie, fiori, frutti e i semi sono gli effetti del seme di quello specifico melo piantato 50 anni fa, sareste d’accordo con me?

Quindi, ogni volta che nomino una singola parte di quel melo, che sia il nuovo piccolo seme, o l’intero tronco con tutte le sue diramazioni, siamo d’accordo sul fatto che siano entrambi emanazione di quello stesso seme, emanazioni più o meno incisive, ma pur sempre emanazioni della natura di quel singolo seme piantato 50 anni fa…



Per tanto, la natura di un evento non cambia in base alla sua dimensione, così come umiliare una donna o ucciderla, sono solo manifestazioni della stessa disumana natura che si palesa con diversa intensità, giusto per fare un esempio…La sostanza di base non cambia.



Diventare consapevoli che la natura dei semi che spargiamo nella nostra esistenza non potrà che esternarsi in diversi gradi di potenza, dovrebbe permetterci di diventare più attenti riguardo al tipo di mondo che andiamo plasmando: consapevolezza che manca o è davvero mal indirizzata.
                                                                                                                                                                  
Tornando alla mia lettera, sono davvero tanti i dettagli più recenti, le cronache contemporanee che si possono aggiungere…

Crudeltà che si sono sommate a crudeltà, a partire dai morti in mare; razzismo e nazismo sempre più evocati come zombie che si rialzano per riprendere il loro atroce percorso; diritti conquistati col sangue che sono sempre più negati e scavalcati; possibilità lavorative e sogni per il futuro sempre più castrati e rattrappiti; conquiste sociali come la parità e il rispetto di genere sempre più in discussione; omofobia, persecuzioni di ogni genere; frammentarietà indotta e fomentata che induce solo ad essere CONTRO, e isolarsi; lavoro, quando c’è, che troppo spesso prosciuga ogni riserva di energia e ogni momento del quotidiano; mondo della disabilità che sembra essere risucchiato da una nube oscura; violenze inaudite ancora in rialzo nel medio oriente; guerre interminabili che si ravvivano come falò colpiti dal vento; informazione sempre meno libera e sempre meno libere le scelte individuali, per necessità o per debolezza; bambini sempre più parcheggiati, sempre meno personcine e sempre più numerini da formare in perfetta omologazione…


Ma su tutto, quello che davvero mi spaventa è la totale indifferenza, la totale superficialità su troppi dei temi che ho nominato. 
Tragedie trattate come fumetti, con tanto di vignette o sminuite a battute di bassa lega.
Burocrazia e cavilli sempre prima dell’essere umano.
Giudizi sempre anteposti a qualsiasi ascolto.
Incapacità generalizzata di mettersi nei panni degli altri e totale mancanza di volontà di capirsi.
 Risponditori a tastierino numerico, che non sia mai che dall’altro capo del collegamento ci sia qualcuno che possa venire coinvolto emotivamente.
 Diritti conquistati a suon di vite, cancellati con un colpo di spugna.
Valori ribaltati in modo raccapricciante, basti pensare a chi vuol togliere dalle piazze nomi come quelli di Falcone e Borsellino per sostituirli con quelli della più nera e sanguinaria memoria!!!

E tutte le mie argomentazioni soprassiedono alle varie questioni sanitarie, scolastiche, ambientali, alimentari, animaliste, se no ci vorrebbe una puntata di una giornata intera!

Notizie su notizie, sempre orrende, che sembrano buttare le nostre vite e i nostri sentimenti nel tritacarne, stritolate da quell’enorme spirale metallica, che ormai non c’è tempo nemmeno per sentirlo il nostro dolore, per coltivarla l’empatia, per esserci per chi ha bisogno!


Sono arrabbiata per la scelta che ho fatto?

Certo che sono arrabbiata! 


E soprattutto lo sono perché fatico a vedere speranza per qualsiasi altro bambino che venga al mondo in un’epoca così.

Un’epoca che solo noi possiamo trasformare ma a un prezzo altissimo di impegno, costanza, collaborazione, controtendenze, e soprattutto coerenza con i nostri valori e obbiettivi.
Per costruire una Torre preziosa insieme, è indispensabile avere l’attenzione sempre sull’obbiettivo comune, per non perderci e rinnegare i nostri stessi principi trasformandoci di fatto in ciò che invece vorremmo disperdere.


Avete presente quelle feste eccessive in cui quasi tutti sono ubriachi? Chi con la balla euforica, chi con quella violenta, chi con quella triste, chi con quella che fa dormire?
Vi è mai capitato di partecipare ed essere tra i pochi lucidi?
Ecco: mi sembra di appartenere all’esiguo gruppo dei lucidi.


E’ sotto il peso di questa enorme disumanizzazione di troppi de miei simili, che ho scelto di automenomarmi, in modo per me così doloroso e irreversibile.


Questo fatto così personale rappresenta per me la più grande e la più forte azione di protesta che io abbia mai compiuto nella mia Vita.





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