Paflasmòs

venerdì 22 ottobre 2021

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IL BOSCO DELLE SEQUOIE

ascolta la puntata dal PODCAST


Eh si, cari Pirati. Proprio così. I semi mettono radici, germogliano, si ingrossano, si irrobustiscono, si nutrono del terreno nel quale si trovano e si sviluppano nelle 10 direzioni, in parte in modo visibile e in parte in modo sotterraneo e subdolo.


No, certamente non ce l’ho con nessuna pianta e con nessun albero, per i quali nutro grande rispetto e riconoscenza, ma volevo davvero rendere forte e incisiva la percezione della potenza esponenziale di qualcosa che nasce da un apparente nonnulla.


Salute come sempre a tutti voi, miei pirati di Radio, di terre, di rete, Ciurma compresa e buon ascolto o buona lettura dalla vostra eli the worst, alle prese con una nuova puntata di Bastian Contrario! …e grazie, grazie come sempre per la vostra attenzione e partecipazione.

Oggi, dove vi porterò con il mio bordeggio? Da dove partiremo, ma soprattutto, dove approderemo tra racconti, riflessioni e considerazioni?

Salite a bordo, aprite il cuore e lasciate alla deriva i pregiudizi…

Ma voi…le conoscete le Sequoie?

Le Sequoie sono alberi…immensi!


Il diametro alla base dei loro tronchi può arrivare a circa 11 metri e la loro altezza a 115 metri! Per carità, sto parlando delle massime dimensioni riscontrate, ma gli 80/90 metri di altezza e gli 8 o 9 di diametro alla base non sono cosa rara…

Se siete come me, vi servono esempi pratici per creare un immaginario adeguato: vi dico solo che la casa dove abitavo era a base 10×10, con una superficie di 100 mq: quindi la larghezza di queste strepitose creature è quella di una comoda casa.

Ma se valutiamo anche l’altezza, ipotizzando appartamenti di 3 mt d’altezza comprensivi di solette, ci troveremo sotto a veri e propri grattacieli di legno rossiccio e foglie aghiformi, di 30 o 40 piani…

Già vi immagino, tutti a costruire mentalmente queste dimensioni e a puntare sincronicamente i vostri nasi in su per percepire con i sensi e le emozioni la sensazione di immensità e possenza di questi Giganti della Terra e a percepire voi stessi irrisori di fronte a tanta magnificenza, singoli 65esimi dell’altezza stessa di ciascuna Pianta!
Se poi aggiungete che la vita di queste piante, accertata sui 2500 anni, sembra poter raggiungere addirittura i 5000 anni…beh, non so voi, ma in un istante io percepisco l’esiguità della mia forza e della mia presenza come singola Vita nell’Universo e resto affascinata, sopraffatta, emozionata e attonita!

Eppure, eppure tanta immensità scaturisce da semplicissimi semi, semi non più grandi di 6 mm, come del resto le foglioline, come ne ho visti tanti per piante e fiori ben più piccoli… malgrado il gigantesco seme dell’avocado dia origine a piante non più alte di 20 metri…

Mi sa che se proseguo, inizierete a chiedervi se voglia darvi lezioni di botanica… Lungi da me un simile proposito….

In realtà il fuoco del mio chiacchiericcio era appunto portarvi a focalizzare l’attenzione sulle proporzioni: 6 minuscoli millimetri che si sviluppano per 19.200 volte in altezza e, valutando un calcolo molto approssimativo dello sviluppo orizzontale tra tronco e chioma… potremmo buttar lì che il semino in questione replica se stesso non meno di 1.220.000.000 volte!

Ripeto: un singolo seme può replicare se stesso un miliardo e duecentoventimila volte!!!

Bene, provate a fare con me esercizio di fantasia e a immaginare che queste Sequoie spuntino con facilità e crescano con rapidità…

Nel giro di poco…non ci sarebbero più case, strade, luce del sole, orti, aziende, giardini, scuole…

La potenza inesorabile di tronchi così massicci ed estesi in larghezza, sposterebbe ogni altra realizzazione umana dissestandola e distruggendola, se venissero lasciati liberi di crescere spontaneamente in tutta la loro sublime maestosità…

E stiamo ancora parlando in modo positivo.
Ora, come un colpo di spugna bagnata su una lavagna di ardesia, via ogni scritta di gesso: e sulla lavagna della nostra immaginazione appare lucida e profonda l’oscurità, un’oscurità che annulla tutta la poesia insita nelle Sequoie e la trasforma, la ripiega e la riveste di un potere negativo.

Ogni singolo albero si trova a rappresentare uno qualsiasi dei mali che insistono nella nostra società.

Eh si, cari Pirati. Proprio così. I semi mettono radici, germogliano, si ingrossano, si irrobustiscono, si nutrono del terreno nel quale si trovano e si sviluppano nelle 10 direzioni, in parte in modo visibile e in parte in modo sotterraneo e subdolo.

No, certamente non ce l’ho con nessuna pianta e con nessun albero, per i quali nutro grande rispetto e riconoscenza, ma volevo davvero rendere forte e incisiva la percezione della potenza esponenziale di qualcosa che nasce da un apparente nonnulla.

 Purtroppo viviamo in una società nella quale io vedo con ovvia certezza cose che chi di dovere sembra non vedere o non leggere, nel migliore dei casi sembra solo sottovalutare.

Sembra quasi che sociologi – o chi come e per loro -, si limitino a prendere nota e a descrivere gli eventi una volta che diventino conclamati e consolidati.

Quasi che 2 + 2 non faccia più 4 o che un centrifugato di carota dia succo di fragola!

Insomma, davvero certi comportamenti sono invisibili ed è necessario che abbiano esiti eclatanti prima di attirare l’attenzione e far si che qualcuno intervenga?

Dalle mie parti si dice “chiudere le stalle dopo che sono scappati i buoi”…

Facciamo un po’ di esempi: il bullismo.

Da quant’è che se ne parla nei corridoi delle scuole?

Da quant’è che se ne vede nei film, purtroppo pessimi esempi? Da quant’è che se ne discute nelle case?

E quando si farà realmente qualcosa per contrastarlo?

Eppure, siamo già arrivati ai suicidi, causati dal bullismo.

Ne è pregna la rete.

Chi è che non vede e non agisce?

Le famiglie? La scuola? La politica?

Cosa si deve ancora aspettare, per veder cambiare le cose?

La violenza sulle donne. Da quant’è che si parla di violenza sulle Donne? Da quant’è che se ne vede nei film, purtroppo pessimi esempi? Da quant’è che se ne discute nelle case?

E quando si farà realmente qualcosa per contrastarla?

Eppure, siamo già arrivati ai femminicidi, limite estremo della violenza sulle Donne.

Ne è pregna la rete.

Chi è che non vede e non agisce?

Le famiglie? La società? La politica?

Cosa si deve ancora aspettare, per veder cambiare le cose?

E avanti con le solite “categorie” (che brutta parola!!!) di persone violate: disabili, clochards, stranieri, rappresentanti Lgtb, e chi più ne ha più ne metta.

Aggiungiamo la disgustosa situazione di troppi lavoratori e lavoratrici.

Aggiungiamo gli abusi edilizi e ambientali.

 Aggiungiamo le grandi opere del tutto inutili perché vengono prima di coloro per i quali dovrebbero essere realizzate, ossia gli Umani.

Aggiungiamo la brutalità nelle case di riposo, gli abusi sui minori…

Aggiungiamo la Sanità, sempre più privatizzata, sempre meno capillare, sempre più di rappresentanza e interessi già prima della crisi da covid.

…e tutto questo senza nominare direttamente i loschi affari della criminalità più o meno organizzata.

Anche il rigurgito fascista è stato sottovalutato: eppure non c’è nemmeno bisogno di cercare lontano per riconoscerne le dinamiche: basta parlare con i nostri anziani per comprendere che etichette, negazioni, esclusione, discriminazione, favoritismi e controllori erano i portinai di quel pessimo capitolo della nostra Storia del ‘900…

Ma davvero, con l’abbattimento delle Torri Gemelle e il successivo comportamento americano, con le chiusure delle frontiere, con i supercontrolli e successivamente con l’enfasi dedicata alla memoria della prima guerra mondiale, ho visto solo io ringalluzzirsi i pavidi che prima soddisfacevano le proprie fantasie e il saluto fascista solo al gabinetto, e ho iniziato a tremare leggendo tra le righe la possibilità di questa voglia di ritorno al peggiore del passato dell’uomo?

Eppure, non ci sono azioni, se non sporadiche, spesso disorganizzate, spesso isolate, ma quasi sempre non istituzionali per porre rimedio a queste nefandezze.

Le Sequoie del male, vanno estirpate appena germogliano, o recise quando ancora è possibile farlo, senza aspettare che si manifestino nel proprio pieno vigore e nella massima resistenza agli attacchi esterni!
Scrivendo questo pezzo, mi è venuta in mente una delle 12 fatiche di Ercole: la battaglia contro l’Idra.

Per chi non ricorda, l’Idra, specie di drago-serpente velenosissimo, aveva nove teste, delle quali una centrale e immortale. Ogni volta che veniva recisa una di queste teste, dal moncone ne nascevano due. Per dovere di memoria, Ercole recise e cauterizzò le ferite delle 8 teste mortali in modo che non rispuntassero e annientò la testa centrale con un grosso masso che la immobilizzò.

Quando lessi a scuola questo pezzo della mitologia, non colsi il senso, o forse la professoressa non risvegliò il mio interesse fino a trarne memoria, ma ora mi è così

 trasparente e chiara questa allusione al male virulento e insito all’interno della Società umana (che, una volta di più, ricordo essere la somma dei nostri individuali comportamenti).

Un singolo mostro dalle mille manifestazioni!

Profondamente, non c’è differenza tra il femminicidio, il ricatto, la truffa, l’abuso di minore, il mancato soccorso o altre azioni indegne che squalificano la comunità umana.

Il male, nel senso di abuso, di negazione dell’espressione individuale, di disprezzo per l’individuo e le sue manifestazioni, di annientamento della libertà di espressione, scelta e azione o della Vita stessa, è uno, come una è la testa principale dell’Idra. I modi in cui si manifesta sono le teste che, recise, si ripropongono sdoppiate, e quindi più subdole e diversificate.

E torniamo alle Sequoie. E’ il seme del male che deve essere colto sul nascere, appena appena sia riconoscibile.

Come la vedo io?

Complessa, diversificata e in tempistiche multiple.

Nell’essere umano è insito il bisogno di approvazione.

Come il fumatore è ormai a disagio quando si trova tra non fumatori, malgrado in passato fumasse al bar, al cinema, in auto, anche in presenza di bambini, i primi a poter fare qualcosa negli interstizi del male siamo proprio noi, con un dissenso attivo ed esplicito, soprattutto tra coloro che meglio conosciamo, tra coloro che tengono alla nostra stima e alla nostra opinione.

Impariamo ad esprimere a voce alta le nostre opinioni riguardo a fatti inaccettabili, invece di considerarle mentalmente o con le persone che a priori sappiamo pensarla come noi: a poco o niente serve raccontarsela tra persone di pari sensibilità. E non serve accusare direttamente: se io a voce alta esprimo ogni volta la mia distanza da azioni violente sui bambini, ad esempio, chi si relaziona con me saprà, e senza che muova accuse, che nel caso facesse qualcosa ai bambini non avrebbe né il mio plauso né il mio appoggio…

I tribunali dal canto loro non dovrebbero fare sconti di pena e accomodamenti su certi eventi. E i legislatori dovrebbero fare leggi ad hoc in tempi strettissimi, supportati da psicologi capaci per non lasciarsi sfuggire sfumature e per non sottovalutare segnali.

Non sono una di quelle che crede nella repressione coercitiva, anche se in prima battuta sicuramente sarebbe necessario isolare chi non rispetta non tanto le regole, ma proprio le

 Persone. E all’interno di quell’allontanamento, si dovrebbe capire che non sono le punizioni a cambiare le Persone, ma la loro rinnovata capacità di leggere e comprendere gli eventi, e quindi agire per risvegliare quel tipo di cambiamento.

Nel frattempo, la base più concreta per un cambiamento sociale reale e duraturo dovrebbe partire da una seria formazione scolastica.

Inutile dire che ci devono pensare le famiglie a correggere i figli. Non per indifferenza o mancanza di volontà, ma se molte famiglie non sono di per sé formate al rispetto, alla considerazione dell’altro, alla salvaguardia dell’ambiente, tanto per fare esempi, sarà impossibile che educhino i figli a questi valori che non appartengono loro.

E’già dall’asilo, ad esempio, che non devono passare messaggi come quello che mi ha riportato mia nipote, quattro anni: “Sai, nonna, Giacomino mi ama perché mi picchia sempre”.

Forse a casa, con superficialità si sorride, anche se io le ho prontamente spiegato che l’Amore è altro dalle percosse, i genitori non sono sempre psicologi o pedagogisti. Ma la Maestra dovrebbe immediatamente smontare un concetto di questo tipo, che come il piccolo seme di Sequoia, potrebbe portare Giacomino, un giorno lontano, ad essere un femminicida …


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