IO NON SONO PRINCIPESSA
Mimose, dicevamo prima. Mimose, ma anche papaveri, rose, margherite, viole, gigli, nasturzi, dalie, ciclamini, tarassachi, eliotropi, agapanti, stramoni, aconiti, narcisi, ixie, gladioli…
[...] Credo che la Festa della Donna sia una delle giornate più complesse, più contraddittorie e più strumentalizzate di cui parlare e credo che nessuno, in poche righe, possa davvero percorrerne i meandri, non fosse altro che per un argomento del genere…nemmeno il filo di Arianna sarebbe univoco e universale...
...e vi parlerò di immagini, come istantanee illuminate da lampi sul mare, nella notte.
8 marzo. Mi si para immediato, davanti agli occhi della mente, un bel numero otto, chissà perché color blu, dalle linee curve e piene, dal bel design, sul quale poggia tra nastrini di raso, una cascata di soffice Mimosa.
Premetto che la Mimosa è uno dei fiori che più amo, per la sua luminosità, per la leggerezza e l’aspetto soffice dei suoi morbidi pallini, per la fragranza inebriante con la quale satura gli spazi: teoricamente già questo dovrebbe ben dispormi nei confronti di questa giornata…
E invece no. Nemmeno questo mi stuzzica in modo positivo....
[...] Ma osservatela, la Mimosa. Staccata dal suo ramo, nel giro di poco secca, perde l’esuberanza, perde l’elasticità e il turgore, la vitalità. In un’epoca come la nostra, di femminilità ri-negata, questo fiore reciso, strappato, tolto a forza dalla propria naturale sede di sviluppo, dal proprio albero, per riempire vuoti umani e culturali ed essere nel giro di breve abbandonato o buttato, beh, portate pazienza senza dimenticare che sono Bastian Contrario, ma a me non evoca nulla di buono, in termini simbolici, anzi, tutt’altro!