Paflasmòs

lunedì 7 agosto 2017

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07/08/17
23a Puntata: 
Radio Pirata - la Radio nella Radio
presenta:

Bastian Contrario_ Cari Amici africani


Radio Pirata - la Radio nella Radio in onda su www.yastaradio.com
al Lunedì ore 19.00
in replica al Giovedì e al Sabato alle 11.00

Bastiàn Contrario:
"CARI AMICI AFRICANI"


per l'ascolto clicca QUI

clicca su "Continua a leggere...»" per il testo 
Cari Amici Africani, sto osservando con tristezza e senso d’impotenza la vostra storia che vi vede per l’ennesima volta vittime di un’epoca.
Che siano i colonialisti, che siano gli schiavisti, che siano gli sfruttatori di miniere, che siano i cacciatori di frodo dei vostri animali, che siano i vostri stessi connazionali terroristi, sta di fatto che sembra proprio che siate l’etnia più perseguitata nel corso della Storia.

Cari Pirati di Radio e di Terra... Dove vi porterò oggi con il mio bordeggio? Da dove partiremo e dove approderemo tra racconti, riflessioni e considerazioni?
Salite a bordo, aprite il cuore e lasciate alla deriva, i pregiudizi... perché...il Bastiàn Contrario di questa settimana, ci viene servito su un piatto d’argento!


Cari Pirati, tutti i Pirati!, oggi puntata speciale perché...abbiamo un ospite con noi: 

Sotto suggerimento di un’amica, ho visitato “Tu sei l’Altro Me”, un blog e...

a proposito di blog...ricordate che trovate il mio podcast sul blogspot di Elena Furio, se proprio doveste perdervi e la puntata del lunedì alle 19,00, e la replica del giovedì alle 11.00 e la replica del sabato alle 11,00...

Vediamo un po’ cosa cosa ci racconta l’autore con il suo “Tu sei l’Altro Me” dal quale, con il suo permesso, ci leggiamo “Cari Amici Africani...”


“Cari Amici Africani, sto osservando con tristezza e senso d’impotenza la vostra storia che vi vede per l’ennesima volta vittime di un’epoca.
Che siano i colonialisti, che siano gli schiavisti, che siano gli sfruttatori di miniere, che siano i cacciatori di frodo dei vostri animali, che siano i vostri stessi connazionali terroristi, sta di fatto che sembra proprio che siate l’etnia più perseguitata nel corso della Storia.

A me questa cosa non solo crea una grande empatia nei vostri confronti, ma mi fa anche sorgere una domanda: perché voi? Perché voi, in qualunque secolo e parte del mondo vi troviate?
Eppure, tra quelli di voi che ho conosciuto, ho incontrato brave persone e persone pazienti.
Non vi riconosco caratteri particolarmente aggressivi, prepotenti o violenti.
Anzi, sono sicuro che se fossi io al posto vostro, costretto a vivere all’interno dei centri di accoglienza, negli alberghi più isolati e lontani dal resto del mondo, segregato come un prigioniero, trattato dal gestore di turno peggio delle bestie (e in Italia, gli animali da macello sono trattati davvero male!), “punito” perché non conosco le regole o le buone maniere secondo la cultura nostrana e senza la possibilità di farlo perché non conosco la lingua e quindi non capisco, lasciato al freddo in pieno inverno o senza luce nella stanza senza capire perché, se continuassi a non avere la possibilità di figurarmi un futuro (non dico di costruirlo, ma solo di immaginarlo), se i miei giorni continuassero a trascorrere uguali in stand-by, se i residenti locali mi minacciassero, mi insultassero, mi lanciassero pietre e tutto questo senza aver passato quello che avete passato voi, le vostre tragedie, le vostre paure, le vostre violenze subite...io davvero scoppierei e perdere il controllo.
Voi, invece, per la maggior parte dei casi, o subite, o vi lamentate o aspettate cercando comunque di farvela andare bene (e secondo me questa la dice davvero lunga su quanto sia importante per voi aver lasciato la vostra Terra).
Considero queste cose perché per me, nato in Italia, abituato almeno fino a poco tempo fa, a considerarmi libero in un Paese libero, forte di questa libertà, l'ho sempre ritenuta un diritto fondamentale e se mi fosse negata insieme alla mia identità, alla mia dignità di persona, non so proprio quanto e come potrei trattenermi dal reagire in modo dirompente.

Proprio confrontando questi due comportamenti, oggettivo il vostro, potenziale il mio, mi torna di nuovo chiara come un'insegna luminosa la domanda: "Perché voi, sempre voi, in qualunque secolo e parte del mondo vi troviate?"

Mi confronto con alcuni amici su questo aspetto e trovo tra loro il "solito" conoscitore della spiritualità orientale.


In un primo momento, lo ammetto, lo tratto quasi con sufficienza: cosa c'entra la spiritualità con il degrado e la meschinità che vedo?

Mica siamo santoni in meditazione, eremiti fuori dal mondo e dalla realtà che vaneggiano di armonia e di vibrazioni!

Qui c'è violenza e rabbia e paura e un clima fascista e pericoloso dilagante!
...e io ho paura. Paura per me e per voi, Amici Africani!
Mi chiede di ascoltarlo. Mi parla di karma e mi spiega che questa parola riguarda le azioni che abbiamo fatto in questa vita e in quelle precedenti.
Mi spiega che, secondo questa visione delle cose, ciò che accade è sempre l'effetto di quella che chiama "relazione tra una causa interna e una esterna" che, da quanto ho capito, significa che le cose succedono solo se, in un certo senso, la persona ha creato dentro di sé la situazione perché una certa cosa accada nella sua vita.

Lo guardo, con la faccia di chi si sente preso in giro e vuol far vedere che ha capito di essere preso in giro e prima che io parli, mi anticipa: "Non vuol dire che queste persone hanno tirato sassi a qualche Italiano in questa vita o in quelle passate".

Resto con la parola sospesa in bocca. Prosegue: "Significa piuttosto che queste persone non riconoscono il valore della loro vita, credono di contare poco o nulla e di non avere nessun potere per cambiare la propria situazione e l'ambiente che le circonda. La violenza e i soprusi che subiscono sono la manifestazione del karma che hanno costruito e che le seguirà ovunque vadano fino a quando non troveranno la chiave per cambiarlo."

A questo punto i miei sentimenti si fanno contrastanti: da un lato sobbalzo sulla sedia, quasi stesse giustificando questa massa di violenti che se la prende con le vittime di una situazione più grande di loro, ma dall'altra...è come se vedessi uno spiraglio, una possibilità di cambiare una realtà che mi coinvolge, sconvolge e addolora. Taccio e lo lascio proseguire.

"Significa che quando troveranno la chiave per la trasformazione e riconosceranno che nessuno di loro è incapace di sostenere la propria vita, che la vita è un valore assoluto compresa la propria, accadrà qualcosa che potrà sembrare magico, ma è la Legge della vita: i loro nemici smetteranno di trattarli come hanno sempre fatto, poco a poco si disarmeranno o semplicemente se ne andranno, ma loro, gli Africani, inizieranno a non essere più le vittime prescelte della Storia."


Rifletto sulle sue parole.

Sento dire spesso che la risposta della nostra vita dipende dal nostro atteggiamento, ma non pensavo a qualcosa di così importante e significativo e mi sento affascinato.

Voglio approfondire: mi spiega che non possiamo fare un torto maggiore alla nostra vita di quello di non considerarla preziosa e potente, capace di emergere da qualsiasi difficoltà e che quando veniamo sopraffatti è perché noi stessi non crediamo che sia possibile altra soluzione.

Dovremmo insistere a fidarci del nostro potenziale e credere al di là di ogni apparenza che ci appartenga, ma che esista anche in tutte le persone a prescindere dal peggiore aspetto che ci mostrano: questo sforzo sincero di cambiare la visione delle cose trasforma la vita.
Ecco, Amici Africani.
Sembra che la spiritualità sia così potente.
Voglio crederci, che lo sia.
Voglio credere che vi trasmetterete questo messaggio di speranza per cambiare il vostro destino di perseguitati.
Voglio sperare che quelli di voi che stanno meglio, inizino a sviluppare e realizzare questa visione, e che sia l'ultima persecuzione a vostro carico.

Voglio credere che anche i violenti, se mai mi leggessero!, decidano  che un mondo pacifico è conveniente anche per loro e decidano di riconoscere anch'essi il valore fondamentale della vita.

Voglio credere che ci sia ancora una speranza per la nostra condivisa umanità”

E così si conclude il testo che questo gentile blogger ci ha messo a disposizione, ma si conclude anche la puntata, con la considerazione che potremmo fare tutti un po’ nostro questo consiglio sul karma. Io almeno ci voglio provare, chissà che non mi regali un po’ di serenità!


Dicevo che si conclude anche la puntata, ma non senza che questa volta ringrazi tutta la Ciurma: Gabriele, Topos in Fabula, Dj Pilo, e tra voi di casa, in modo speciale, almeno Irene, Otto, Nicoletta...
Buon ascolto di Radio Pirata - la radio nella Radio dalla Baia di yastaradio.com nella quale vale sempre la pena di ormeggiarsi all’ascolto!

Per oggi è tutto e io, eli the worst, vi saluto orientando subito il mio bordeggio alla ricerca del karma da cambiare!

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