Paflasmòs

lunedì 8 maggio 2017

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08/05/17
10a Puntata: 
Radio Pirata - la Radio nella Radio
presenta:
Radio Pirata - la Radio nella Radio in onda su www.yastaradio.com
al Lunedì ore 19.00
in replica al Giovedì e al Sabato alle 11.00

Bastiàn Contrario:
"VACCINI E IL PAESE DELLE FIABE..."
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Da piccola, nelle fiabe, un dettaglio che mi aveva sempre incuriosita tanto da rimanere un radicato punto di domanda nella mia ingenuità, era il famoso arcolaio con cui
si punse la Bella Addormentata, che conosco grazie a Walt Disney.
Forse questa fiaba non è più di moda, o forse alcuni hanno dimenticato...ma questo dettaglio ha segnato il destino della mia Vita.

In questa fiaba si racconta che il re e la regina di non ricordo quale regno, dopo molti anni finalmente concepirono la Piccola Aurora e organizzarono una grande festa scegliendo come madrine le fate del Regno che le donarono doti specifiche. Ma Malefica, la fata cattiva, non venne invitata e, presentatasi a sorpresa, la maledì: "Prima che il sole tramonti sul suo sedicesimo compleanno ella si pungerà il dito con il fuso di un arcolaio e morrà!".
Puntuale, al sopraggiungere del 16° compleanno trovò una vecchina che filava, si punse il dito sul fuso dell’arcolaio e cadde a terra all’istante...

Ecco il punto, la domanda di tutta la fiaba: da dove si era materializzato quell’arcolaio col suo venefico potere?

Eppure era stato fatto di tutto da quei genitori affettuosi per proteggerla!
Avevano chiesto immediatamente alle fate di intervenire sul maleficio - e infatti venne ridotto a un sonno profondo fino al bacio del principe -, avevano fatto distruggere tutti gli arcolai del regno, avevano persino rinunciato a crescere la piccina facendola credere morta e affidandola alle cure delle fate del bosco, affinché Malefica non avesse più motivo di infierire con i suoi incantesimi...

Che fare di più per salvare la Vita della figlia tanto attesa e tanto amata?

Ora comprendo quale sia il ruolo di quel famoso arcolaio: l’arcolaio della fiaba è l’imprevedibile, l’incalcolabile, l’inevitabile...

Per quanto ci si adoperi per far sì che un determinato evento accada o non accada, se questo ha radice nella nostra stessa Vita, potremo anche impazzire per chiudere tutti gli accessi a tutti i potenziali rischi e ai potenziali mali...ma non potremo chiudere fuori noi stessi da... noi stessi!

Questa considerazione porta a galla ancora una volta questo famoso remake del Medio Evo nel quale siamo tutti immersi e in particolare riporta alla vergognosa intimidazione che  attraverso la radiazione dall’Albo si sta perpetrando nei confronti del libero pensiero di Medici-non-allineati, per me i più preziosi.
Tra la posizione Scientifica e non scientifica, sono proprio questi i medici, uomini e donne di scienza che hanno la capacità di riconoscere anche ALTRO oltre alla scienza stessa, che possono gettare quel ponte che consente di usufruire dei vantaggi delle terapie tradizionali e di quelle non tradizionali, sommando le virtù di entrambe, perchè non sono fuorviati da prese di posizione o pregiudizi essendo in grado di valutare globalmente la situazione.
Negare ogni altra possibilità al di fuori della medicina tradizionale, vorrebbe dire non avere il cuore e lo sguardo dei ricercatori, sempre pronti a percorrere strade inesplorate.
Se ad esempio, la scienza si fosse limitata a dire che l’atomo non esiste perché inafferrabile ai nostri sensi, non lo conosceremmo: eppure, non solo è accettato, riconosciuto e studiato, ma usato talvolta anche in modo disumano, con sacro terrore nel cuore di tutti!

La ricerca scaturisce dalla spinta delle intuizioni nell’inesplorato, non dai limiti posti dalla parola “impossibile”! 

E se il corpo “crea” - passatemi il termine - determinate malattie come le artrosi, le calcolosi o addirittura i tumori, probabilmente ha anche il potenziale per guarirle, trovando il modo di invertire l’operato di questo stesso potenziale!

Invece si sta cercando in tutti i modi di far seguire un unico percorso di cura per ciascun male, annientando la libera scelta e il libero arbitrio sulla propria salute che viene spacciato non più per bene individuale ma per “bene dello Stato”  (anche se poi ci sarebbe da discutere molto perché per contro, veniamo avvelenati tutti i giorni tra smog, antiparassitari, conservanti ecc!)

Io credo che alla base di questo imporre ci siano diverse componenti: ma la prima, più potente e più sottile credo sia proprio la paura, la percezione dell’impermanenza.

Davanti alla paura della morte, alla paura della malattia e alla percezione di non poter governare questi aspetti, siamo tutti piccoli e spaventati: c’è chi non ci vuole pensare, c’è chi si aggrappa a una religione o a una filosofia di vita, c’è chi cerca di fare una vita sanissima, la maggior parte si affida alla scienza...

E in questi modi ciascuno affronta i propri draghi, nuovi amuleti e nuovi gli scudi rispetto a quelli delle fiabe...

I Politici - e dagliela che ogni tanto mi viene anche da capirli! - non possono esimersi dall’essere se stessi: lavorano - bene o male che lo facciano - sempre attraverso le proprie paure, i propri preconcetti, i propri punti di forza, le esperienze acquisite, esattamente come tutti gli altri.
E davanti alle paure, hanno la responsabilità di fare per tutti quello che farebbero per sé stessi per proteggersi...
Si aggiunga a questo che la Scienza è talmente tronfia e riconosciuta da aver sostituito quello che un tempo era collettivamente ritenuto il potere divino, che senza il suo benestare ...tutto diventa sbagliato: non so se vi rendete conto, ma adesso... nemmeno le cose più naturali come l’allattamento, il sonno, il piacere sono libere da studi e approfondimenti e da qualcuno che dica come fare!

Quindi, da una parte la Paura, la vera sovrana.
Poi la Scienza, che per quanto abbia realmente influito in modo positivo su molte cose, dall’altro vorrebbe trattare la salute e le persone come modelli matematici, come computer privi di errore, dimenticando che non ha nemmeno a potata tutte le variabili...poiché queste sono soggettive!

Faccio un esempio: un botto nelle notte!
Molti ragazzi, abituati a sentire scoppi solo per i festeggiamenti con i fuochi, non si spaventeranno, magari cercheranno di vedere da dove arrivano.
Altre persone che sono scampate a un attentato o che sono scappate dalla guerra, in un istante avranno il cuore in gola, le pulsazioni a mille, la soglia dell’attenzione altissima e tutti i sensi amplificati, il sangue pronto nei muscoli per scattare in caso di fuga o di difesa...

Ma questa reazione è frutto della scarica di adrenalina che si è prodotta istantaneamente nel loro corpo a fronte di un’emozione, in questo caso la paura.
E anche in questo esempio, nessuno potrà mai conoscere l’intensità soggettiva della paura e quindi l’intensità della risposta adrenalinica. Perché anche qui sopraggiungono diversi fattori: il primo, sicuramente caratteriale poichè ci sono persone più emotive di altre, poi di salute: un cuore debole potrebbe cedere immediatamente, poi di età - ad esempio un bambino cerca protezione mentre un genitore deve proteggere e quindi ha un controllo diverso -, poi l’esperienza: aver sentito un’esplosione, aver visto un’esplosione, aver visto morire qualcuno nell’esplosione, aver perso i propri cari nell’esplosione, essere stati colpiti personalmente dall’esplosione, e un’altra miriade di  possibilità,  comporteranno una diversa reazione emotiva e quindi ormonale e fisiologica...

Ecco, anche davanti alla malattia i nostri corpi hanno la possibilità di reagire in modi diversi, e a seconda dei modi, saranno diverse la cure necessarie anche se la casistica riporta grandi numeri di similitudini di risposta - troppo spesso ottenuti osservando gli effetti di cure sperimentate su animali i quali non avranno lo stesso tipo di vissuto emotivo che potrebbe avere una persona in relazione ai medici che la studiano, né la comprensione o la consapevolezza degli effetti che le le terapie scelte producono in  loro, né la possibilità di esprimersi per ottenere e fornire risposte riguardo ciò che gli accade, un po’ come accade ai bambini quando gli si  somministra un vaccino in età neonatale o poco più.

Inoltre noi abbiamo il dono della parola, possiamo spiegare come ci sentiamo sia a livello fisico che psichico, possiamo cercare risposte o empatia, anche perché è ormai risaputo che la fiducia in un rimedio è di per sé parte della cura!
Riporto il mio Bordeggio un po’ più vicino all’ambito vaccini ... vi ricordo che sono sempre Bastiàn Contrario ;-)
Io da piccola conoscevo diverse persone con diverse disabilità: erano spastici, down, focomelici. Ma nei miei primi 30 anni, non ho mai incontrato persone affette da autismo.
Giusto giusto qualche riferimento in qualche film che veniva da lontano. Ma nessuno fra i molti che conoscevo-e-i-loro-famigliari era mai stato colpito da autismo..

Quando è nata mia figlia ero giovane e facevo tutto quello che mi dicevano i medici. A un certo vaccino - non ricordo quale, perchè appunto, non c’erano allarmi a riguardo: ci si preoccupava casomai di toxoplasmosi, di hiv e di rosolia in gravidanza, a quel tempo - dicevo, quando mia figlia ha fatto quel certo vaccino e ha avuto febbre per 3 giorni senza accenni di abbassarsi, il medico di famiglia mi ha detto semplicemente e senza spiegazioni di non fargliene più. E così ho fatto. Per fortuna, è andato tutto bene, ma da allora in poi, prima un po’ in sordina poi sempre più esplicitamente, si è parlato di questa difficilissima condizione, e ho iniziato a conoscere sempre più famiglie con bimbi autistici e tutte con la stessa storia legata all’evento vaccinale...

Che sia proprio un caso? Persino un veterinario che conosco mi ha confessato che nell’ambiente ci sono colleghi che cercano di ridurre al minimo il numero dei vaccini, avendo visto scatenarsi comportamenti atipici anche in alcuni dei cuccioli... 

Comunque, non è questo il punto: il punto è che se proprio dovessimo fare uno schema in relazione ai vaccini, potremmo immaginarlo come un rombo piuttosto allungato, dalle estremità per l’appunto “affusolate”.
Nella parte centrale, ovviamente più ampia, potremmo mettere la maggior parte delle persone, ossia quelle che ne beneficiano senza effetti collaterali e quelle che pur non vaccinate non si ammalano, in una delle 2 estremità più sottili, quelle che subiscono conseguenze a causa dei vaccini e nell’altra quelle che ammalandosi perchè non sono vaccinate subiscono gravi conseguenze.

Ora vorrei semplicemente capire perché non ci sia lo stesso rispetto delle Vite di queste due categorie di persone: è più giusto che un bimbo rischi e diventi autistico per evitare che un’altro si infetti, o e è più giusto che un bambino si tuteli dall’infettarsi e metta a rischio di autismo l’altro?

Vi rendete conto che se si osservano le cose in questo modo non c’è differenza tra le due posizioni estreme e che quindi e non deve esserci un obbligo coercitivo?
Che obbligare significa già porre un giudizio su chi ha o non ha la sua possibilità?

E se comunque esiste il famoso arcolaio nella propria vita, sarà poi quello a fare la differenza, quando lo incontreremo!

Allora: Politica, Scienza, Paura, le abbiamo nominate.
Abbiamo trascurato la parte sporca della faccenda: i potenziali interessi economici e i politici in malafede. Non possiamo fingere che non ci siano e che non esista la possibilità di chissà quali pressioni! Così come non mi sento di escludere che tutte le repressioni degli ultimi anni che ci vedono sempre gli uni contro gli altri (famiglia e coppia di fatto, omosessuali e etero, abortisti e controabortisti, vaccinati e non vaccinati, italiani e immigrati ecc ecc ) siano fumo negli occhi per distrarci da cose ancora più gravi o applicazioni aggiornate del famigerato motto “divide et impera”...
Ma fermiamoci agli interessi economici e alla probabilità di convenienze politiche...
Vi ricordo solo che un tempo gli scienziati ricercavano con passione e ostinazione con gli strumenti che avevano e con il fuoco sacro di trovare la risposta, la soluzione.
Non avevano lo scopo di commercializzare un prodotto, ma di risolvere problemi attraverso il potere della ricerca e della scienza.
Ora case farmaceutiche e ospedali sono aziende, ossia entità preposte al guadagno, anche se magari hanno iniziato con i migliori intenti - non riesco mai a vedere la malafede in senso assoluto-!
Vuoi la necessità di avere strumentazioni, vuoi la necessità di non perdere collaboratori d’eccellenza, vuoi il pretesto di creare e mantenere posti di lavoro, ma i laboratori di ricerca sono diventati sempre più aziende - a dirla tutta aziende di lusso!- da far funzionare al massimo del potenziale e quindi per volontà o per giocoforza - a seconda degli azionisti coinvolti -  si sono trasformate in quelle entità immanenti dalle quali sembra davvero dipendere la vita di tutti.

Ma non sono state le case farmaceutiche a metterci al mondo!
Non sono state le case farmaceutiche a farci sentire al sicuro nel primo materno abbraccio!
Non sono state le case farmaceutiche a farci provare il piacere di stare con gli altri!
Non sono state le case farmaceutiche a darci l’urgenza della comunicazione, frutto dell’unicità del nostro sentire e pensare!
Non sono state le case farmaceutiche nemmeno a farci innamorare!

C’è qualcosa di più, c’è la Vita, la Vita dalla quale e con la quale sorgiamo a questo mondo e che se a qualcuno deve appartenere, quel qualcuno siamo noi!
E ciascuno di noi si sforza di sentirla quella Vita e di ascoltare dove ci porta ed essa sa cosa è meglio per noi...e dobbiamo rivendicare anche il diritto di sbagliare, per conoscere sempre di più questa profonda natura della Vita!
Ma questa Vita è talmente esposta da subito alle grida di tutti, ai consigli, alle indicazioni e alle pretese di tutti, agli schemi, che prima ancora di sentirsi davvero e riconoscersi... si è già persa e non riesce a farsi sentire quando deve esprimersi per guidarci nelle scelte!

Sono profondamente certa che ciascuno di noi abbia in sé la consapevolezza di cosa necessiti la sua propria Vita: la grossissima difficoltà è nel fare pulizia da tutte le cose che hanno condizionato il nostro modo di scegliere, sia a livello interiore che, dato il tema della puntata, istituzionale.

Smettiamo di farci condizionare, riprendiamo ad ascoltare, a pagare quel prezzo che non dovrebbe esserci ma c’è necessario per rispettarci, per cercare di fare sempre e davvero quello che sentiamo meglio per noi e rispettiamo la scelta - LIBERA! - dell’altro anche quando è lontana dalla nostra!

Nessuno e, ribadisco, nessuno è così completo, perfetto, realizzato o illuminato da offrire una soluzione universalmente valida per tutti a meno che non possa conoscere a priori il futuro di ciascuno, ma se qualcosa di universale c’è è la Vita, e l’assoluta unicità di ogni singola Vita in tutto il suo valore.

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