Il Prete e l'Antropologo

mercoledì 21 dicembre 2016

Il Prete e l'Antropologo

Un grande libro per comprendere che non sono le tradizioni dell'Uno o dell'Altro ad essere giuste o sbagliate, ma che ciò che conta è la capacità di abbandonare i propri schemi per incontrare l'Altro

Di Silvano Sabatini - A cura di Silvia Zaccaria

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PER PRIMI, I BAMBINI

Consapevole che ci sono persone ben più qualificate di me sia in politica che nella Sanità per la salvaguardia della loro salute fisica, io vorrei davvero occuparmi invece di proteggere la loro serenità.

Vorrei potermi avvalere di quella schiera di educatori extrascolastici che vanno dai logopedisti, agli animatori, agli psicologi per farli incontrare e collaborare con insegnanti e genitori.

Vorrei cercare e tradurre in realtà tutte quelle forme che facilitassero l’integrazione di qualsiasi diversità a livello scolastico: culturale, religiosa, comportamentale, famigliare per imparare a cercare tutti i punti in comune attraverso i quali unire e tutti quelli specifici con i quali impreziosire i rapporti.

Vorrei trovare modalità che aiutino i più piccoli a sentirsi meno soli nelle loro sofferenze e gli adulti ad accorgersi dei loro dolori, per poterli aiutare a superarli e a non farli sfociare in disagio o violenza. Vorrei proprio contribuire a realizzare una scuola che vedesse come centrali i ragazzi e la loro Umanità condivisa con quella degli adulti, da arricchire con i contenuti del programma, e non viceversa.

Pretendere, ad esempio, che, senza nulla togliere alla buona volontà o all’impegno di determinati politici, si instauri la buona abitudine di ascoltare persone competenti in materia: se a me chiedessero di decidere di risparmiare su un pezzo dell’auto, per fare un esempio paradossale, io di meccanica ne so per sentito dire o poco più.

Ammesso che abbia anche il tempo, la buona volontà e la serietà per documentarmi con diligenza, mi mancherebbe sempre quel grande tesoro che è l’esperienza.

Voglio bene che ci governa e chi è a lui vicino possa avere le migliori qualità e intenzioni, ma non sarà mai onnisciente.

L’umiltà è un valore, non un venir sminuiti.

E si abbina concretamente alla saggezza.

Abbiamo in questo senso un governo saggio?

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mercoledì 21 dicembre 2016