Paflasmòs

martedì 10 aprile 2012

“E ancora una volta, le nonne ci insegnano!” servizio di Elena Furio.



I tre moschettieri del “rifiuto Zero”, ossia i sindaci di Zevio, San Giovanni Lupatoto e San Martino Buon Albergo, si sono uniti ancora una volta nella loro battaglia per l’ambiente e contro Ca’ del Bue, con la volontà chiaramente espressa di sensibilizzare e fare informazione. 
Laddove la raccolta differenziata ha toccato picchi anche dell’80%, non si è ancora del tutto soddisfatti e si vuole - si può!-  fare di più.


Ed ecco che con tre serate informative balza giustamente alle luci della ribalta un rifiuto particolare : il comune pannolino.



Il pannolino è prodotto con 2 elementi di per sé riciclabili: cellulosa e plastica, i quali perdono questa qualità proprio a causa del materiale organico che sono destinati a raccogliere, poiché il tutto si compatta inscindibilmente e crea ambiente favorevole alla propagazione di muffe e batteri, diventando “materiale a perdere”.


Essendo questa la situazione legata ai pannolini, sarebbe opportuno evitare la discarica, ambiente più facilmente contaminabile a livello batteriologico, così come sarebbe opportuno evitare l’incenerimento, cui consegue la perdita delle materie prime e il guadagno di inquinamento, oppure.....
...oppure possiamo assumerci la responsabilità di cambiare un po’ le nostre comode abitudini, sostituendo i comuni pannolini usa e getta con quelli lavabili!


Quali sono i motivi per cui una mamma dovrebbe prendere in considerazione questa ipotesi?


L’elenco è rapido:
aspetto ambientale, 
aspetto economico privato e municipale, 
aspetto dermatologico del bebè, 
aspetto psicologico del bebè


Come sono possibili tutte queste variabili positive solo grazie alla scelta di un pannolino lavabile?


L’Ing. Zanetti del gruppo lavoro sui rifiuti prosegue la sua spiegazione con dati alla mano:
per quanto riguarda economia e ambiente, basta ricordare che un bimbo porta il pannolino all’incirca 2 anni, 2 anni e mezzo, e che viene cambiato in media 6 volte al giorno: nella sua vita ogni bambino avrà acquistato e gettato più di 5000 pannolini.
In un paese con circa 350 bimbi, si portano in discarica c.a 800.000 pannolini all’anno. per un peso di 200.tonnellate che, a 140 euro ciascuna per raggiungere la discarica, costano al comune più di 26.000 euro, cifra che alcuni Comuni della provincia sono disposti a reinvestite con bonus per l’acquisto dei pannolini lavabili...


E dove il Comune non ha pensato di provvedere in questo senso? In certi Comuni, alcune mamme intraprendenti hanno coinvolto l’assessore alle politiche familiari e l’assessore all’ecologia ottenendo il bonus per l’acquisto di una parte dei pannolini.


Guardiamo invece nelle nostre case: pur considerando le spese di elettricità, il risparmio economico sulla spesa totale per i pannolini, scende a meno della metà, senza considerare che nel caso ci siano più fratellini, i pannolini lavabili possono essere riutilizzati, aumentando ulteriormente il risparmio.


Per quanto riguarda l’spetto dermatologico, l’ostetrica  Giovanna Piubello precisa che la pellicola di plastica che avvolge gli usa e getta, non consentendo la traspirazione, crea un ambiente più caldo e umido all’interno del pannolino, rendendo la pelle sensibile dei bambini vulnerabile ad allergie, irritazioni e  dermatiti, troppo spesso sovrapposte a infezioni e micosi.
Talvolta vengono usate anche sostanze chimiche per la completa lavorazione degli usa e getta, e anche queste non sono salutari a contatto con la pelle del bambino.


I pannolini lavabili, invece, hanno il vantaggio di essere impermeabili ma traspiranti e di lasciare maggior libertà al movimento delle articolazioni delle anche.


Tra le altre cose il cotone, fibra che viene a contatto con la pelle del bambino, comporta una percezione più chiara della sensazione di bagnato, percezione che induce il piccolo a comprendere prima le proprie funzioni fisiologiche, inducendolo a una sorta di svezzamento più rapido dal pannolino.


Non sottovaluterei nemmeno l’intervento della D.ssa pedagogista clinica  Elena Fiorio che  definisce la pelle un organo di superficie che non è per niente superficiale, ricordando che tutti gli stimoli che il bambino riceve a livello epidermico sono interpretati in senso di godimento o non godimento, e che quindi tutte le cose piacevoli che il bambino ottiene come risposta ai suoi bisogni primari sono fondamentali per lo sviluppo armonico della sua personalità. Poiché dipende dalle cure della mamma, sta a lei far si che le risposte siano positive, in modo che possa sviluppare dapprima la fiducia nella mamma stessa e di conseguenza, in un secondo tempo, nel mondo, dal momento che le cure date al bambino si ripercuotono su tutte le altre dimensioni: sulla dimensione emotiva, affettiva, cognitiva e linguistica. 
In questa ottica anche un cambio che unisca coccole a materiali che danno piacere al contatto e che non creano fastidiosi malanni, è di aiuto al benessere totale del bebè anche in una prospettiva futura.


Tra l’altro la Dottoressa suggerisce di non farsi remore a chiedere anche agli asili nido di usare i pannolini lavabili, poiché a seconda del numero di richieste, trovando maestre disponibili, è possibile gestire la cosa personalmente o con il consiglio organizzativo delle ditte produttrici stesse di pannolini lavabili.


Ma come è fatto, come si usa un pannolino lavabile?


E’ un insieme di parti: una mutandina impermeabile MA traspirante, adattabile con automatici sulla taglia del bebè  dai 3,5 kg fino ai 20 e che si fissa con il velcro; ha una sorta di tasca interna nella quale si possono inserire da uno a tre inserti di cotone, a seconda dell’età del bebè, ma volendo gli inserti si possono posizionare anche al di fuori di questa tasca, così da evitare qualche lavaggio alla mutandina completa
I pannolini lavabili esistono anche in microfibra ma si consigliano quelli in cotone o in cotone e bambù, antibatterico per natura.
Soprattutto nei primi tempi si può aggiungere una sorta di carta di cellulosa direttamente a contatto con la pelle, che permette di raccogliere la massa più grossa e che va gettata.


E poi si lava il tutto in lavatrice.


Per avere una certa autonomia, si consiglia l’acquisto di almeno 15 pannolini completi, e magari qualche inserto in più.


E’ ovvio che essendo una novità ci sembra tutto complesso, difficile e poco chiaro, ma in alcuni Comuni, come ad esempio a Zevio, ci sono delle realtà ben disposte a dare maggiori informazioni e spiegazioni se necessarie.


Dal canto mio resto dell’idea che molto spesso a frenare il nostro sviluppo sociale e ambientale siano proprio le abitudini che ci impediscono, per un’assurda forma mentis, di imparare piccoli nuovi gesti, tanto piccoli in sé, ma assolutamente importanti se guardati in prospettiva!



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