Paflasmòs

domenica 10 ottobre 2021

#liberacondivisione - "Io non mi sento innocente", Bastiàn Contrario

 IO NON MI SENTO INNOCENTE




Quando sentite dire “Bastian Contrario”, probabilmente vi aspettate di approcciare una rubrica pensata per dare addosso più o meno a tutti e magari con una certa veemenza…

In realtà no: la mia “fatica”- se così si può dire – nell’andare “contro”, è più che altro quella di guardare alle mie responsabilità anche se non sempre riesco a rispettarle, nell’essere scomoda nelle mie riflessioni, e nel condividerle con chi mi ascolta…

In questi giorni sapete sicuramente meglio di me cosa sta avvenendo nel mondo. 

Lo sapete certamente meglio perché se c’è una cosa che mi manca, è il coraggio e la volontà di lasciarmi riempire il cuore e la mente dai dettagli dellabbrutimento che sta riportando la nostra presunta umanità verso un baratro che tanto ricorda quel bieco e basso Medio Evo, che nella storia scolastica era nominato come il secolo più buio.


Trovo più buio questo nuovo millennio, un millennio che sorge da risorse ben più universali e scolarizzate di quelle appartenute a quel secolo lontano.


A che ci serve saper leggere, scrivere, avere a disposizione illustri pensatori dai quali attingere, se poi la bassezza dilagante sembra avere il sopravvento in ogni dove?


Io non so come vi possiate sentire voi, ma io è da quel maledetto 11 settembre che vedo costruirsi minuziosamente lattuale situazione: mi sono sentita come una Cassandra che vedeva le trame pur senza sapere, una Cassandra che coglieva istanti e li metteva insieme.

Negare la libertà, in nome della sicurezza, creare deliberatamente buoni e cattivi” e far sì che questa bontà e cattiveria non vengano identificate come soggettive ma per categorie creando limmaginario del nemico”, uninformazione sostenuta da immagini visive che, con le attuali capacità di regia, potrebbero benissimo essere spezzoni di film ben strutturati  e finalizzati ad hoc, le presunte saggezza e autorevolezza di ometti e donnine che credono di avere la verità universale tra le mani, nella presunzione di poter decidere cosa sia giusto o sbagliato per tutti, come se i bisogni, i valori, le idee, le aspettative o  semplici gusti fossero omologati e universali, creando quindi divieti e permessi in ogni campo della vita, dimenticando quanto sia preziosa la libertà...anche di poter sbagliare, a volte.

Necessità di mercato che vanno oltre il fine per cui sono nate, ossia lUmanità; aerei militari acquistati in tempi non sospetti, ma che di sospetti a me ne hanno creati tanti...

e la pesante e maledettissima e spaventosa commemorazione di quella schifosa prima guerra mondiale amplificata e rinvigorita per tutto il 2015! 


Non ci sono vincitori, in una guerra.


E faccio fatica a riconoscere eroi, poiché comunque sia, si passa attraverso luccisione di Altri. Ci sono solo assassini e lacrime. E nessuno mi toglie dalla testa che tutto il parlarne e riparlarne che si è fatto, abbia fatto rifiorire in troppe menti e in troppi cuori nostalgie malsane, rancori sopiti, rivalse latenti...senza per questo dimenticare che la guerra, fuori dal nostro Occidente benpensante e malagente, non si è mai fermata, anzi!

Avremmo dovuto prendere le distanze da qualsiasi rievocazione della guerra e del suo linguaggio così assurdamente presente nel quotidiano, segno incisivo e direzione della nostra forma di pensiero. 


Un puzzle. Un tragico puzzle è stato composto tessere dopo tessera, partendo, come si fa!, sempre dai bordi, dalle periferie per arrivare man mano verso il centro, verso il cuore, verso la definizione del disegno.


Io sono arrabbiata con me, prevalentemente.

Sono arrabbiata perché ho intuito ma mi è mancato il coraggio: mi è mancato il coraggio di cambiare drasticamente, di fare una svolta totale nella mia Vita, di unirmi ad altri più coraggiosi e di gridare più forte quanto vedevo....


Io non so come stiate voi, non so se siate ancora capaci di essere gioiosi o spensierati, perché io è da tempo che me la racconto per non farmi sopraffare.

Mi racconto che sono io a vedere nero, che sono io a essere pavida, e che comunque... non potremo mai essere così stupidi da ricascarci, perché conosciamo la sofferenza e i rischi...


Io ho un groppo dentro, che si aggroviglia come un nido di serpenti, e non è esattamente la paura di essere vittima del mostro che ha iniziato a venire allo scoperto.

Ela consapevolezza della sofferenza mia e dellaltro, identica, e che fluisce mescolandosi senza confini e che si ingrossa come un fiume in piena. E non posso non soffrire per il dolore degli altri...


Ela domanda continua del cosa si può fare?” 

Chissà se tutti quelli che si sono sentiti così forti, così potenti, così discriminanti fino a poche ore fa, quelli che hanno creduto che il dolore, la sofferenza e la paura degli altri valessero meno o nulla in confronto ai propri, chissà se adesso iniziano a sentire una sorta di formicolio e di affinità nel cuore ...


Nessuno di noi è innocente.

Tutti siamo pronti a puntare il dito e ad attribuire responsabilità ad altri, soprattutto ai potenti. Ci si casca, è più che umano. Ma così continuiamo a guardare gli effetti del male e dellindifferenza e della superficialità che tutto sommato è parte di noi. Analizziamo. Ma tutto questo è tardivo. Seminiamo e poi osserviamo e studiamo il frutto con lidea di liberarcene se non ci piace, anziché selezionare con cura cosa stiamo seminando coltivando la dignità delle persone, il valore della vita e del tempo, il rispetto per lesistenza degli altri che invece troppo spesso usiamo e diamo per scontata.




Tanto per rendere lidea di quanto la superficialità da cui guardiamo ci impedisca di comprendere la natura delle cose, incapaci di riconoscere la stessa radice in un male piccolo e in un male grande, così come non sappiamo vedere lidentità di una gemma e di una foglia sviluppata, farò esempi banali.
Ci preoccupiamo della scarsa qualità dei materiali utilizzati per i prodotti cinesi: si dice che inquinano, che creano allergie e non so che altro. Si dice che i cinesi ci rubano il mercato con prodotti sotto prezzo e di scarsa qualità. E potrebbe anche essere vero.

Ma ci siamo dimenticati poco a poco delle condizioni disumane in cui troppo spesso lavorano i cinesi e i bambini, che dovrebbero invece essere la priorità nella nostra insofferenza a questo mercato!
Pretendiamo che commessi/e, cassiere/i e camerieri siano sempre pronti a servirci e a servirci bene 24 ore al giorno 365 giorni allanno, come se loro non avessero altra vita oltre al lavoro, come se non avessero legami, preoccupazioni, gioie o sogni personali che li accompagnano nelle giornate. 

Garantiamo vita più lunga ai prodotti conservandoli nei vari frigoriferi, che alla prospettiva lavorativa certa delle persone...

Alla fine, abbiamo più rispetto per le macchine e per le leggi di mercato che per i nostri simili.

Non è questa la stessa radice della sopraffazione, della negazione, dellabuso, dello sfruttamento e del saccheggio? Faccio prima a dire guerra”? Forse si...


Tornando alla responsabilità personale, purtroppo la consapevolezza è lenta a farsi strada, e anche quando se la fa, è lenta a sostituire abitudini consolidate. Ed è in questo ambito che io sono molto arrabbiata con me.

Spero che chi mi ascolta sia abbastanza aperto e intelligente da aver già colto e consolidato nella propria consapevolezza che non esistono guerre di pensiero e di religione, ma solo guerre dinteresse e che le guerra del 2000 non è solo sanguinaria, ma anche privativa dei diritti fondamentali, della serenità e delle fiducia nel futuro, inducendo allimmobilismo.


Il 12 aprile sono andata a Venezia: una giornata splendida, avventurosa, soleggiata, damore: lanniversario...

Ma una volta tornata a casa...una vocina ha cominciato a stuzzicarmi: Era fondamentale andare?” “Non potevi divertirti diversamente?”  “Hai pensato a quanto carburante hai usato?” “E il petrolio, quanto pesa sulle tensioni internazionali?” “E tutta lenergia elettrica che consumi, col fatto che sei nottambula?” “E i regalini che fai di qua e di là?” “E tutti gli oggetti in plastica con cosa sono prodotti?” “E il computer?” “E i metalli pregiati?” “E le pietre preziose?” Da dove vengono? Come si ottengono? Che peso hanno sulla vita delle Persone? E sulleconomia?”
E aggiungete pure tutto quello che volete aggiungere!



Io non mi sento più innocente, quando penso alle Vittime che già ci sono state e che continueranno ad esserci giorno dopo giorno!

Penso che sono capricciosa, che non so rinunciare a nulla, o comunque non abbastanza.

Non penso più di essere fortunata perché non mi manca nulla quando ad altri mancano troppe cose: penso invece che i miei presunti” bisogni sono ben incastrati nel mucchio delle motivazioni  che portano ai soprusi, alle privazioni, alle guerre.

Penso che anche se io non muovo la mano per esplodere bombe o proiettili, o per agire torture, sono comunque tra i mandanti.


E la mia coscienza...non è mica tanto propensa a tacere e a lasciarmi tranquilla!

E allora cosa faccio? 

Faccio che rielaboro il mio pensiero e mi sforzo di agire il più possibile con coerenza, faccio che cerco di non lasciarmi inquinare dalla rabbia e dal rancore e dalla sensazione di impotenza...

Faccio come disse quella bimba del Sudafrica: Quale che sia il problema, noi dobbiamo continuare a fare il bene”. 

Faccio che tengo cara nel cuore una frase letta chissà dove: Bisogna tornare allUomo, alla sua grandezza e alla sua fatica. Quanta immensa saggezza e coraggio sono racchiusi nella vita di un singolo individuo! E nel momento in cui si uniscono le forze insieme agli altri, quali grandiose imprese si possono realizzare!”



E faccio che faccio Bastian Contrario, sforzandomi ogni volta per scavare un podi più dentro di me, con la scusa” di dover raccontare qualcosa a voi, e sperando che le mie parole aiutino anche altre persone a vedere oltre, anche molto meglio di me, e ad agire di conseguenza, a vedere le cose da prospettive scomode per il sistema”, come lo chiamiamo sempre raccontandoci che noi ci siamo dentro” ma non siamo” il sistema stesso!


E acquisendo maggior consapevolezza, cerco di sforzarmi per essere coerente tra ciò che penso e ciò che agisco. 

Penso che sia importante cercare di essere sinceri nel distinguere tra bisogni e capricci,  autonomi nellalimentazione, nei bisogni energetici, nellautoproduzione e nellautoriparazione, autonomi ma collaborativi e coesi, generosi, per non dover soccombere ed essere complici di una mentalità ricattatoria e sfruttatrice. Penso che sia importante ricordarci che i bisogni fondamentali sono uguali per tutti, sia a livello fisico che morale. Penso che sia importante ricordarci che la nostra sofferenza non è superiore né in termini di intensità né in termini di importanza a quella degli altri.


So che, per quanto le circostanze possano essere ormai orientate in questa triste direzione, riuscirò a vivere momenti di gioia, di costruttività, di godimento, di solidarietà, di umanità e anche di egoismo, probabilmente, perché, come dicevo anche nellaltra puntata, il nostro sentire è mutevole, e per fortuna!, ma credo che mi sarà difficile godere ancora di spensieratezza, perché non è possibile essere leggeri quando si comprende che la propria e laltrui sofferenza si fondono luna nellaltra e che noi stessi ne siamo in parte causa.

Io, eli the worst, vi auguro come sempre un buon bordeggio nel viaggio del cuore.
Ringrazio voi che mi ascoltate e ancor più chi ha la volontà e la forza di metterci del suo per creare unonda in controtendenza che sostenga la Speranza e rafforzi la Pace come stile di vita.


Vi invito a scriverci sulla pagina facebook di Radio Pirata - la Radio nella Radio o sul sito di yastaradio.com.




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