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giovedì 15 aprile 2021

#liberacondivisione - NON SI E' MAI SENTITO CHE CI SI DEBBA DIFENDERE DA UN AMICO! - 25 APRILE - Bastian Contrario


NON SI E' MAI SENTITO CHE CI SI DEBBA DIFENDERE DA UN AMICO!



[...] Non posso non essere riconoscente a tutti quei coraggiosi e quelle coraggiose che hanno davvero dato la Vita, spesso ben consapevolmente, per permetterci un futuro dignitoso e libero, libero dalla guerra e dai soprusi, con notti durante le quali le Persone hanno potuto reimparare a dormire serene…

Non posso non essere riconoscente a quelle Madri che consapevoli del rischio che avrebbero corso, sostenevano i propri figli e le proprie figlie a combattere da Partigiani e non posso nemmeno immaginare il coraggio che dovevano avere questi combattenti, la paura da dominare, l’ingegno da esibire, la sfrontatezza da sfoderare insieme alla scaltrezza.

[...] Me lo chiedo spesso cosa potrebbe davvero portarmi ad uccidere un altro essere vivente e dopo tanti anni, non ho ancora una risposta. O forse, in fondo in fondo, non voglio proprio trovarla.

Forse non voglio riconoscermi quella forza interiore selvaggia e incontrastabile che fortunatamente non ho mai avuto bisogno di liberare dalla profondità della sua tana e magari raccontarmi che io…No, io non lo farei mai.

Forse! Forse non lo farei mai. Spero di ....


Ed eccoci qui anche oggi, miei Pirati di Radio di Terra e di Rete! Anche oggi a voi il mio consueto “Salute!”, anche oggi io, eli the worst, e la mia voce a raccontarvi un nuovo Bastiàn Contrario!

Oggi, dove vi porterò con il mio bordeggio? Da dove partiremo, ma soprattutto, dove approderemo tra racconti, riflessioni e considerazioni?
Salite a bordo, aprite il cuore e lasciate alla deriva i pregiudizi…

Eh, oggi il racconto non so quanto mi sarà facile…
Salire – e soprattutto scendere – dalla Storia.
Una Storia che appartiene a tutti noi che viviamo l’Italia, una Storia senza la quale nemmeno potrei raccontarvi quanto sto per dirvi.

Accompagnando con impegno il progetto del Sindaco Maurizio Verona per la promozione della raccolta firme per la proposta di Legge Antifascista Stazzema, mi sono avvicinata giocoforza a narrazioni e precisazioni e puntualizzazioni e memorie e dolori e strazi e lutti e ricordi e riaperture di ferite mai chiuse di quel pezzo di Storia che ha poi permesso a tutti noi di avere anni durante i quali certe vergognose realtà non si sono più proposte e durante i quali mai abbiamo provato sulla nostra pelle gli orrori atroci della guerra.

Non posso non essere riconoscente a tutti quei coraggiosi e quelle coraggiose che hanno davvero dato la Vita, spesso ben consapevolmente, per permetterci un futuro dignitoso e libero, libero dalla guerra e dai soprusi, con notti durante le quali le Persone hanno potuto reimparare a dormire serene…

Non posso non essere riconoscente a quelle Madri che consapevoli del rischio che avrebbero corso, sostenevano i propri figli e le proprie figlie a combattere da Partigiani e non posso nemmeno immaginare il coraggio che dovevano avere questi combattenti, la paura da dominare, l’ingegno da esibire, la sfrontatezza da sfoderare insieme alla scaltrezza.

E non posso immaginare con quale passione, si chiamasse rabbia, amore, desiderio di giustizia, abbiano imbracciato le armi e sparato su altri esseri comunque umani, fosse solo all’apparenza.

Me lo chiedo spesso cosa potrebbe davvero portarmi ad uccidere un altro essere vivente e dopo tanti anni, non ho ancora una risposta. O forse, in fondo in fondo, non voglio proprio trovarla.

Forse non voglio riconoscermi quella forza interiore selvaggia e incontrastabile che fortunatamente non ho mai avuto bisogno di liberare dalla profondità della sua tana e magari raccontarmi che io…No, io non lo farei mai.

Forse! Forse non lo farei mai. Spero di non dover mai conoscere la risposta, perché vedete, anche se già so che quanto sto per dire, almeno per chi non avrà la pazienza di ascoltarmi o leggermi oltre, mi renderà odiosa o impopolare, non posso fingere di vedere le cose diversamente da come le vedo.

Ripeto: spero di aver la fortuna di non dovermi mai misurare davvero con la parte oscura che abita in ciascuno di noi, ma quando leggo i meravigliosi e dolorosissimi racconti di coloro che l’hanno scampata e sento quella vicinanza umana, quell’empatia, quell’identità con le vittime scampate a fascisti e nazisti, e sento mio, seppure in parte, il dolore e la rabbia di quelle Persone, una parte di me si affaccia e pone domande altre.

Questa parte mi chiede subito “Come si fa ad uccidere, anche se si è dalla parte della ragione?”
E io questa risposta non la so dare.

“Come si riesce a rimanere integri e fulgidi, a posto con se stessi, quando si ha colpito a morte qualcuno?”
E che mi rispondo, io, proprio io che da quando avevo 16 anni non sono più riuscita a mangiare un solo boccone di carne e poi nemmeno a vestire o calzare roba di pelle?
La sola risposta che mi viene è quella della comprensione: “Quando la vivi in prima persona, una certa situazione, le tue reazioni sono potenti, vive, irrazionali, incontenibili, sanguigne” … e questo, in un certo senso, mi rende una volta di più vicina alle giuste ragioni e a chi le ha esercitate.



Ma la vocina insiste e mi dice: “Ma tu lo sai che anche dall’altra parte c’erano dei giovani? Lo sai che anche loro avevano Madri e Padri che temevano per la loro sorte?”

Certo, che lo so. Diciamo che questi Padri e Madri forse avrebbero fatto bene a scoraggiare questi figli e a spiegare loro che non erano dalla parte della ragione.

Certo. Non lo erano. La violenza gratuita non è mai dalla parte della ragione.

Ma cosa avevano in testa questi ragazzi?

Cosa li spingeva a compiere azioni cosi abbiette, vili, ingiustificabili, inappellabili, raccapriccianti?

Certo, quando penso alle azioni compiute dai fascisti, la pelle mi si accappona e quasi tremo.

Quando penso alla quantità delle Persone che eseguivano senza ribellarsi i loro ordini, già sapendo che li avrebbero portati alla morte, non mi capacito.

No, davvero: non riesco a calarmi nella Storia. 

Non riesco a considerare l’Uomo capace di così grandi atrocità.

Eppure so bene che sono cose accadute.

So bene che le nefandezze non hanno mai limite.

Che la crudeltà per alcuni è un vero piacere, l’esercizio del proprio potere, della propria rivalsa verso la vita, una vita che forse – e dico “forse” perché proprio non so darmi altra risposta – non sentono vibrare dentro sentendosi inutili, invisibili, insignificanti, impossibili da ricordare, lo so da tempo.

Ma è come se lo sapessi solo con la testa, come se tenessi tutto ciò al di fuori di me e lontano, ben lontano.

Quello che mi viene da pensare, mentre scrivo è che si, noi successori possiamo, anzi dobbiamo proprio, essere grati per il dono ricevuto, ma il prezzo pagato da entrambe le parti, si, ripeto, da entrambe le parti, è stato vergognoso.

La Vita è un prezzo troppo alto da pagare: sia la Vita che inesorabilmente si spegne, sia lo strascico di dolore che accompagna questa perdita: chi non piange la morte del proprio figlio? Dell’oggetto del proprio amore? La perdita del Padre e la disperazione della propria Madre? Chi non cova rancore per l’uccisore del bene amato? Chi non lo cova per il suo mandante?

Ecco, cari Pirati, se siete ancora all’ascolto, io sono una di quelle persone che pensano che la guerra e la morte rendano tutti perdenti, anche quando si vince.

Lo so, lo so benissimo, ve lo ripeto, che devo dire grazie, con sincera riconoscenza e con grande umiltà a tutti coloro che hanno permesso alla nostra Italia di risvegliarsi libera e democratica, ma lo dico perché ho goduto e godo di questi privilegi che personalmente non mi sono costati nulla: nessun lutto, nessuna uccisione.
Non sono così convinta che sarei altrettanto sincera nella mia gratitudine se avessi subito quello che hanno subito i nostri predecessori, se avessi fatto quello che hanno fatto i nostri predecessori!

Ed è proprio in virtù di quanto godiamo, e del prezzo pagato per noi da molti altri che vorrei davvero avere il potere di impedire qualunque altro spargimento di sangue.

So benissimo che la cosa più semplice e immediata è sempre quella di rendere pan per focaccia, di ripagare ciò che si subisce con la stessa moneta, che anzi, anticipare il nemico è la mossa più furba perché lo si coglie impreparato e lo si annienta.

Ma questo genera davvero un circolo vizioso di rabbia, risentimento, sete di vendetta, disprezzo, volontà di rivalsa: tutti sentimenti e emozioni che per quanto possano trovare giustificazione nei tremendi trascorsi, altro non fanno che alimentare un’escalation di ostilità pronta comunque a scatenarsi alla prima significativa scintilla….

Ecco perché quando ho letto un certo libro di cui purtroppo non ricordo il titolo, mi è parso di trovare una nuova via, un percorso finalmente costruttivo e fattibile.

Questo libro parlava di dialoghi di Pace – se mi capiterà tra le mani sono certa che ne farò ancora uso per qualche puntata -, e insisteva chiaramente su alcuni punti: tra questi il primo è il cambiamento del proprio punto di vista, che non significa dare ragione all’altro, ma comprendere che la nostra visione delle cose non è l’unica possibile, che spazzando via i propri pregiudizi diventa possibile conoscere l’altro e trovare che tra le tante cose che lo caratterizzano, alcune sono certamente universali e possibili oggetto di dialogo: nutrirsi, dormire, amare, ad esempio.

E da queste cose in comune diventa possibile interagire via via in modo più profondo, fino al punto di poter varcare la soglia delle divergenze e cercare e scambiare spiegazioni sulle stesse, talvolta cambiando o facendo cambiare idea, talvolta no.

Ma quando alla fine si instaura un’amicizia, un’amicizia all’interno della quale si coltivi il rispetto reciproco, anche dove non si è concordi, si coltivi il piacere di condividere, si coltivi il desiderio di proteggersi a vicenda, diventa impossibile far scaturire la violenza, perché, se ci pensiamo bene anche pochi istanti, nessuno desidera il male di chi gli è caro e quindi, in breve: invece di muri e pregiudizi, creiamo amicizie, che non si è mai sentito che ci si debba difendere da un amico!


Puntata 215 in onda tra il 19 e il 25 aprile 2021



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