Paflasmòs

lunedì 11 ottobre 2021

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  “La mia verità sull’Amore”





ascolta la puntata La mia verità sull'Amore

...e anche per oggi, salute a tutti voi, miei cari Pirati! Voi che navigate con me, ma soprattutto voi, che dalla terra ferma dell’ascolto e della lettura, date un senso al mio impegno.

Già, il mio impegno.

Ma ha davvero un senso dedicare il mio tempo a considerare le cose, a farmene carico, a elaborarle e a cercare di scardinare o saldare certi capisaldi forte solamente del mio sentire, del mio punto di vista, della grande voglia di pace e di rispetto reciproco tra le Persone, indipendentemente dalle situazioni, le etnie, le religioni, le preferenze sessuali, i ceti sociali?

Tutto appare ai miei occhi così trasparente, limpido, coerente, fattibile, al limite dell’ovvietà, ma alla fine sembra che

la mia visione, le mie speranze, i valori che ritengo fondamentali siano qualcosa di estraneo al pensiero comune, alle aspettative delle Gente, alla percezione collettiva...



Pertanto, oggi, dove vi porterò con il mio bordeggio? Da dove partiremo, ma soprattutto, dove approderemo tra racconti, riflessioni e considerazioni?

Salite a bordo, aprite il cuore e lasciate alla deriva i pregiudizi...


In effetti non è chiaro nemmeno a me quale sarà la rotta odierna del mio pensiero, portata alla deriva come una piccola zattera su un mare calmo ma dalle mutevoli correnti di superficie...

E alla deriva vorrei condurre anche voi, perché ciò che per me resta fondamentale nel mio viaggio, non è il luogo fisico del mio trovarmi, ma lo spazio mentale e di cuore nel quale includere altri, nel desiderio tutt’altro che egocentrico di ritrovare o scoprire o inventare o seguire o sperimentare modi nuovi o antichi che riscoprano la collettività, il valore assoluto della vita e dell’individualità, la connessione con quella che ho sempre creduto essere la nostra fonte di confronto, la Natura.

Mi trovo mio malgrado tante volte, troppe volte!, ad accorgermi di parlare un linguaggio desueto o futurista, in un contesto nel quale economia, politica, comodità, luoghi comuni, slogan, pregiudizi, idee preconfezionate, strenua difesa della proprietà materiale o concettuale occupano quasi ogni spazio di dialogo e - difficile! - confronto.


Quindi, come nell’Ulisse di Joyciana memoria, mi affido e seguo il libero flusso di coscienza in questo mare.

Vorrei parlarvi intanto dell’amore. L’amore, questa chimera che tutti inseguiamo, chimera non solo perché quasi animale mitologico e dunque relegato alla sfera del fantastico, ma anche perché somma di animali diversi tra loro per forma, simbologia e natura.

Già: quanta animalità si nasconde nella parola amore?

E non mi limito al concetto di amore come unione tra due adulti, dei quali deliberatamente ometto di sottolineare il sesso. 

Parlo dell’amore nelle sue varie manifestazioni: amicale, genitoriale, intellettuale, filiale, per la Natura, per la Vita, per certi oggetti o pensieri...

E’ strano l’amore... o meglio, ciò che viene definito amore.

Io, per stare un momento nella categoria slogan, dico che è stare con quel qualcuno che rende la nostra vita migliore di quanto sappiamo far da soli. E rendere la vita migliore, non significa affatto renderla più semplice o leggera!

Ecco, se io penso al concetto “amore”, mi viene da pensare all’idea di prendermi cura, di impegnarmi pienamente per rendere la vita di chi o di ciò che dico di amare, più ... intensa.

So bene che il valore di una vita non è dato dal riconoscimento esterno, ma appartiene all’individuo. L’immagine che affiora nella mia mente è proprio quella di ravvivarne la brillantezza, intensificarne la luce, renderla manifesta, visibile, esteriorizzata...
La gioia intima di vedere un fiore che sboccia, un animale che guarisce, un bambino che supera una difficoltà, impegnarmi perché ciò accada, nutrirmi della soddisfazione di chi realizza i suoi progetti, piccoli o grandi che siano, sostenere questi passaggi anche quando sono stanca, anche quando sono triste, anche quando sono preoccupata, anche quando sono colpita dalle vicissitudini della vita...
Sentire le mie forze raddoppiarsi, quadruplicarsi, espandersi, per creare un ambiente migliore per chi amo, per trovare in me le risorse fisiche per affrontare fatiche non contemplate e impreviste, sentire il mio cuore che accoglie anche quando la fretta mi vorrebbe sbrigativa, o eventi esterni mi vorrebbero distratta o distante...

Mescolare i miei spazi, anche quelli fisici, lasciar violare con leggerezza limiti concettuali come l’ordine nella casa o la selezione dei quadri da esporre sui muri... Incoraggiare la creatività anche quando significa sostituire un oggetto di pregio riconosciuto con una piccolo oggetto informe di argilla “fatto apposta per te, nonna”,  o svegliarsi con un sorriso e un abbraccio anche dopo 3 sole ore di sonno. Elargire abbracci quando ci si scontra nello stesso spazio e incrociare occhi che raccontano di fiducia, di gioia e di consapevolezza di essere importanti…

Che essere importanti, non vuol mica dire essere famosi, non vuol mica dire avere consensi universali....ma sapere che qualcuno è attento a te, che la tua presenza nella sua vita fa la differenza, che tifa per te e ti vuole felice, che spia i tuoi cambiamenti d’umore e ti aiuta a riconoscerli e utilizzarli per diventare più consapevole e più forte nella vita, che gioisce per le tue gioie e ti consola e incoraggia nelle tue difficoltà, che ti aiuta ma non si sostituisce a te, che ti osserva e rimane nelle vicinanze pronto a non farti sentire solo e invisibile...

Ecco, questo è ciò che io chiamo amore. Una chimera? Forse, ma sicuramente fatta di animali altri, come farfalle leggere e dai colori intensi, gatti dai passi felpati e fusa riconoscenti, elefanti che aprono il cammino e giovenche che incoraggiano puledri, cinciallegre che incoraggiano a volare...
A volte sento parlare di sacrifici. Ho difficoltà a conciliare questo vocabolo con ciò che concerne l’amore... Nella parola sacrificio, io ravviso una fatica, una rinuncia costosa, uno sbilanciamento sfavorevole tra la propria azione e i risultati che essa comporta...…

Ma come fa ad esserci fatica, peso, sbilanciamento quando la nostra azione sostiene un tripudio, un’epifania, una creazione di valore che ci ripaga di tutto? 

La gioia, la realizzazione di chi amo, mi nutre e appaga in sé: non serve nemmeno il riconoscimento, il ripagare, la gratitudine, per quanto apprezzata e apprezzabile! Quando il mio impegno fiorisce e si manifesta nel benessere e nella solidità di chi amo, e posso riceverne gli effetti nella profondità della mia esistenza, dov’è il sacrificio?


Sia chiaro, non parlo dell’annullamento di sé, della sottomissione o della rinuncia alla propria vita: ma amare “apporta”, non crea privazione! Quando si ama, sempre secondo il mio modo di concepire e vivere l’amore, sia chiaro, ci si rigenera, ci si ricarica, ci si nutre così tanto, che tutto cresce e nulla cala…

Certo, in molti potranno dire che se non avessi dedicato e investito tempo ed energie per far emergere l’intensità della Vita di chi amo, avrei potuto fare altre cose. Indubbiamente. ma tutto dipende da quali sono le cose che ci soddisfano di più, perché anche andare per aperitivi ci fa rinunciare ad altro! E come credo di aver già detto in un’altra puntata, la semplice azione di scegliere di indossare una certa maglia, comporta la rinuncia ad indossare l’intero altro guardaroba!

E credo che scegliere ciò che ci fa stare davvero bene, sia la più semplice risposta per comprendere cosa o chi si ama e dedicarsi all’amore sia la via più diretta per la propria soddisfazione e gioia!

Dico “cosa” perché penso anche a un lavoro, a un corso di studi, a uno sport, anche se per quanto mi riguarda, beh, prediligo sempre le persone!.

Ma quando parlo della chimera mitologica e delle caratteristiche degli animali che la compongono, è ovvio che provo subito un brivido: la possessività, l’isolamento, la dipendenza, la prevaricazione, la denigrazione, la svalutazione, l’insinuazione, la sopraffazione...non sono forse mostri terribili? in questo, tutto ciò che mi appare come immagine è qualcosa di opaco, grigio, offuscato, rotto...come può essere amore se non splende? Se non c’è la gioia della realizzazione dell’altro? L’apprezzamento delle sue qualità e  dei suoi successi? 

Comunque, quando penso all’amore, i primi che mi saltano nel cuore sono i bambini, la loro gioia di vivere, il loro bisogno di confermare le nuove acquisizioni, il loro sperimentare, le loro domande quasi a trabocchetto, la loro preziosissima innocenza, la loro curiosità, la loro profonda serietà e verità dell’essere.

Cosa c’è di più pieno, coerente e vivo?


E’ inebriante solo il pensiero.

Pura gioia l’immaginarli all’opera.

Appagamento il loro sguardo che ti cerca.

Non potrò mai capire, lo dico senza giudizio o fastidio, ma come dichiarazione di una mia incapacità, chi esercita il proprio potere su di loro; chi non ne tiene in considerazione i bisogni e le richieste; chi teme che una carezza, un accomodamento, un ascolto siano segni della propria debolezza; chi applica regole senza eccezioni; chi li delude con superficialità; chi manca deliberatamente alle promesse fatte; chi mente loro per i propri scopi; chi sminuisce i loro sforzi; chi deride i loro limiti; chi, ignorando le loro richieste, li rende rassegnati ... Un esempio? il bambino che smette di piangere dalla culla e alla fine impara a dormire da solo, avrà imparato ad addormentarsi da solo...o avrà compreso il messaggio che il suo richiamo non gli garantisce la presenza dei genitori quando lui ha paura, quando lui ha bisogno, quando deve sentire di esistere per chi è fondamentale per la sua sopravvivenza? E crescendo, lotterà per affermarsi, o rinuncerà perché avrà interiorizzato di contare troppo poco o di non essere forte abbastanza per trovare un proprio posto nella vita e nel cuore degli altri?
E credo che spesso il più grande gesto d’amore, sia proprio tirarsi indietro. Permettere all’altro di manifestarsi, di accogliere le sue richieste anche quando ci appaiono incomprensibili, spostandosi e rinunciando ad affermare per forza il proprio punto di vista o la propria personalità, o peggio il proprio limite.

E poi amo la gioventù: osservo con gioia la bellezza dei giovani, ragazze e ragazzi. I loro corpi agili e forti, che rispondono prontamente alle richieste fatte dalla mente.

Amo la loro radicalità di pensiero, anche se spesso non somiglia al mio, che li coinvolge in ciò che fanno in maniera totale e sensoriale, senza sfumature. Amo il loro impegno, il loro desiderio di cambiare il mondo, le loro insicurezze e soprattutto vorrei raccontare loro quanto la loro forza e la loro bellezza siano in gran parte frutto  e... potere della loro inconsapevolezza...

Ah, se sapessero quanto potere hanno tra le mani! Quanto sono perfetti così come sono! Quanto sono ancora puri e non condizionati da doveri e compromessi e per questo integri e coerenti! Quanta invidia possono risvegliare tra adulti frustati e insoddisfatti o che hanno seguito strade disegnate per loro da altri...

Io li contemplo, invece, come opere d’arte.
A distanza, un passo indietro, ma li guardo e ne  assaporo il respiro e l’energia vitale, giocando a indovinare quali siano i loro pensieri, i loro valori, le loro speranze...e gli auguro di vincere tutto, gli auguro di non farsi fregare dalla mentalità degli adulti, e in fondo so che ce la faranno! Magari non realizzeranno proprio tutti i loro sogni, ma di sicuro non assomiglieranno a nessuno nato prima di loro, e saranno   figli del proprio tempo al di là di tutte le teorie e i ragionamenti astratti fatti su di loro!

Certo, ci saranno aspetti più o meno criticabili...ma questi saranno in buona parte il frutto dei nostri successi e dei nostri fallimenti come generazione precedente. E come credo che poco o tanto accada da sempre.

Ma dopo tutto questo discorrere dell’amore, argomento che volendo potrebbe espandersi all’infinito e in infinite sfumature, altroché le 50 di grigio!, mi trovo, per associazione - o meglio dissociazione - di idee a occuparmi di nuovo della parola.
Succede a volte che persone di vedute diametralmente opposte si esprimano con frasi identiche: osservate da fuori disorienta comprendere quanto la parola sia strumentalizzabile e ingannevole, fino addirittura all‘autogol!

Provate a pensarci: poco fa ho dichiarato che “credo che scegliere ciò che ci fa stare davvero bene, sia la più semplice risposta per comprendere cosa o chi si ama”

Ecco, se questa frase viene detta con un concetto d’amore come quello che credo di essere riuscita a trasmettervi, ha un senso altruistico e di reciprocità, ma se la esprimesse qualcuno di egocentrico, di autoreferenziale, anche il concetto di presunto amore sarebbe rivolto solo alla propria soddisfazione, magari assoggettando qualcuno, anziché sostenerlo nella propria emancipazione, fino al possibile estremo di abusarne! 

Vi confesso che più uso la parola - che tanto amo - più realizzo la soggettività dei contenuti che essa può trasmettere e la loro ampia interpretazione.

E’ davvero complicato e improbabile poter esprimersi in modo univoco con gli altri, e questo, personalmente, mi crea sempre una grande sofferenza, soprattutto se il fraintendimento crea distanza dove invece cerco di creare coesione!

Tornando all’amore...beh, vorrei aggiungere che amo anche l’età che ho raggiunto, e quella tranquillità che comporta l’essere saldi nei propri valori, nella propria concezione della vita: invulnerabile ai pregiudizi degli altri, felice del mio sorriso sempre così frequente sul mio viso malgrado certi eventi, la consapevolezza della propria forza interiore, la capacità di non vacillare e di mettersi in discussione senza per questo denigrarsi, accogliere le critiche come occasione per fare il punto su me stessa e valutare eventuali possibili miglioramenti senza sentirmi colpita...

Sarà questo l’amare sé stessi di cui spesso si parla? Forse si. So che sto bene con me stessa e accolgo come benedizione ogni giorno che arriva, consapevole che nessun giorno di Vita è certo o scontato...e questo mi mette una gran voglia di fare, di raggiungere obiettivi, ma soprattutto di lasciare segni d’amore!

E cosi, se lasciarsi trasportare dallo Stream of consciousness, in italiano appunto “flusso di coscienza“, mi permette di entrare in contatto col mio subconscio esponendo ciò che immediato affiora, beh, non posso che essere felice se la mia priorità si riconferma l’amore!

Perciò, onorando il mio programma Bastian Contrario e la vostra affettuosa e costante presenza, io, eli the worst, vi saluto con…amore!




(Bastian Contrario per “Radio Pirata - la Radio nella Radio” 
minipalinsesto in onda su www.yastaradio.com - puntata 187 in onda tra il 5 e l’ 11 ottobre 2020)


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