Paflasmòs

domenica 20 maggio 2012

Società con la S maiuscola

Quando osservo una situazione mi chiedo se sia “giusta”, oltre che “normale”. E se “normale” e “giusta” non possono stare a braccetto, scelgo ciò che è giusto e mi libero di ciò che è normale. 

In questa  prospettiva, coltivo un desiderio ambizioso e lungimirante: una società basata sul rispetto e sulla condivisione, nella quale sia la consapevolezza profonda del proprio e dell’altrui valore a governare le azioni individuali, e non la punizione. 

Per ottenere questo risultato, tanto più vicino quanto più numerosi saremo a farcene carico, il primo passo è quello di liberarsi dall’ignoranza e dall’impossibilità di comunicare.

A proposito di comunicazione, è fondamentale anche l’alfabetizzazione delle donne migranti, per permettere loro di sentirsi meno isolate in un paese straniero e per poter usufruire dei servizi locali a disposizione.

Dico questo perché in quasi tutte le culture, la più penalizzata in fatto di istruzione è la donna, e quanto meno è istruita, tanto più è sfruttata, sottomessa  e violata, trovandosi spesso a vivere costantemente in uno stato di paura.

Comunicando, la paura si attenua e con essa anche l’aggressività, che sia o meno repressa.

Anche il pregiudizio, che è spesso bidirezionale, genera paura e quindi aggressività: avere gli strumenti per comunicare permette di conoscersi e di evaporare via via questa distanza.
Saper far da sé, sapersi confrontare, scegliere e prendere decisioni, non solo sono aspetti di una propria individualità ed indipendenza, ma permettono anche di dare il proprio contributo - umano e non solo - alla società in cui si vive...

Diventare adulti interiormente più forti e socialmente partecipi e integrati, ci permette di crescere bambini con le stesse qualità e di aprire finalmente la strada verso una  Società con la S maiuscola!

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