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giovedì 23 febbraio 2017

Vittorino Andreoli: l’espressione esplicita dei pregiudizi nasce dal sentirsi sostenuti.

(articolo di Patrizia Caiffa su http://agensir.it/italia/2016/07/14/)

Dall’America all’Europa all’Italia sembra uscire allo scoperto, fomentato da politici e media irresponsabili e amplificato dai pareri espressi sui social media, un clima aperto di razzismo e xenofobia, come se l’espressione di odio razziale nei confronti dei migranti o delle minoranze, anche con linguaggi e gesti violenti, non sia più un tabù ma una legittima opinione. L’episodio di Fermo, con l’uccisione del nigeriano le cui dinamiche chiarirà la magistratura, ha avuto uno strascico di posizioni opposte sui social. Molti difendono apertamente l’aggressore, come se la violenza, verbale e poi fisica, dell’insulto razziale sia legittima. Mentre il refrain contro i migranti è sempre lo stesso: “Premesso che non sono razzista…”. Cosa ci sta succedendo? Lo abbiamo chiesto allo psichiatra Vittorino Andreoli, ma la premessa che anticipa tutta la riflessione è semplice e sconfortante:


“Questa società non mi piace”.



Cosa sta succedendo alle nostre società occidentali?

Sono stati consumati, se non distrutti, alcuni principi, che erano alla base della nostra civiltà, che nasce in Grecia, a cui si aggiunge il cristianesimo. Non c’è più

lunedì 6 febbraio 2017

Solitudine e "cose brutte".


Io ero piccola, quando andai ad abitare in uno dei quartieri malfamati della mia città.
Crescendo un po', ne incontrai diversi di quelli che venivano chiamati i "tossici".
Ebbi sempre una certa tenerezza e affetto nei loro confronti, e si tentò di "rimettermi in riga" perchè non ero mica una crocerossina o un'operatrice sanitaria.
Ma io, era come se al tempo sentissi il loro dolore, non so come dire, non avevo esperienza, informazione o preparazione: sentivo che nello "sballo" non c'era svogliatezza, fancazzismo o voglia gradassa di farsi grossi.
Li avrei abbracciati tutti...
Poi sono cresciuta, e sono diventata meno empatica e più arrabbiata, specie con chi, più grande e più informato, si ritrovava comunque a devastare la propria vita.

Sembra che in questi giorni stia scoprendo che l'autentica me che ho abbandonato, tradito e dimenticato, sia proprio quell'adolescente che ha finalmente trovato la forza di riprendersi il posto che le spettava. E mi trovo qui, a condividere un articolo scoprendo che quella ragazzina aveva tanta più ragione di tanti adulti spaventati, me adulta compresa, a volte.



BUONA LETTURA: da qui inizia l'articolo...

Quando per la prima volta incappai in tutto questo rimasi perplesso. Che senso aveva? Questa nuova teoria criticava in maniera talmente radicale ciò che ci era stato detto che sembrava non potesse esser vera. Ma più scienziati intervistavo, più consultavo le loro ricerche, più scoprivo cose che non sembravano aver alcun senso - a meno che non si prendesse in considerazione questo nuovo approccio.

lunedì 7 novembre 2016

Come distruggiamo la serenità e l'autostima dei nostri figli

"Viviamo in una società molto superficiale, dove i tempi frenetici e la poca pazienza che abbiamo 
nei confronti dei nostri bambini e delle nostre bambine, ci spingono a conclusioni affrettate sulle loro potenzialità e capacità cognitive, purché ci sollevino dall’incombenza di seguirli negli studi."


Sono una pedagogista-docente e mi occupo di formazione oramai da diversi anni. Troppo spesso però vedo una situazione che non posso più tacere, anche se non è la prima volta che ne parlo.


Sono molto indignata per la facilità con cui i nostri bambini vengono giudicati e “torturati” psicologicamente. E non sto esagerando! Perché la tortura non è solo quella fisica, ma anche e ai nostri giorni soprattutto, quella psicologica.

Viviamo in una società molto superficiale, dove i tempi frenetici e la poca pazienza che abbiamo nei confronti dei nostri bambini e delle nostre bambine, ci spingono a conclusioni affrettate sulle loro potenzialità e capacità cognitive, purché ci sollevino dall’incombenza di seguirli negli studi.

Troppo spesso i genitori mi portano i loro figli emotivamente avviliti, psicologicamente affranti, demotivati e senza più la minima autostima di se stessi.
Arrivano da me dicendomi che il loro bambino o la loro bambina ha difficoltà nello studio;

domenica 6 novembre 2016

Scuola: io, maestro elementare, vi spiego perché dico no ai voti.

«Scuola, io, maestro elementare
vi spiego perché dico no ai voti»

Zanetti: «Competitivo e non formativo, secondo me bisogna ragionare con gli alunni»




Sono un maestro di scuola primaria, maestro delle elementari, uno dei pochi ancora "viventi" data la prevalenza femminile... Leggo gli interventi sul voto nella scuola e butto lì alcuni argomenti di riflessione come contributo alla discussione.