Paflasmòs

domenica 10 dicembre 2017

Clicca e ascolta "MA SIAMO DAVVERO TROPPI SULLA TERRA?" Condividi "Bastiàn Contrario"

04/12/17
40a Puntata: 
Radio Pirata - la Radio nella Radio
presenta:
Bastian Contrario_ Ma siamo davvero troppi sulla Terra?
Lunedì ore 19.00 su www.yastaradio.com 
Lunedì ore 21.00 su Radio RCS 
(91.5fm Basso lago di Garda e 98.6fm Bassa Veronese e Lessinia)
in replica al Giovedì alle 11.00 su www.yastaradio.com
in replica la Domenica alle 23.00 su www.yastaradio.com
oppure... dal podcast di www.radiorcs.it
Bastiàn Contrario:

"MA SIAMO DAVVERO 

TROPPI SULLA TERRA?"

per l'ascolto clicca QUI
clicca su "Continua a leggere...»" per il testo

"Ah, ma voi non fate così...? ah ma voi, comunque comperate e cucinate il giusto? 4 pasti per 4 persone? Eppure...eppure... eppure è una cosa che invece facciamo TUTTI.


Provate a pensarci: ogni volta che noi entriamo in un negozio o in un supermercato, qualsiasi articolo tratti, dal cibo, ai libri, all’abbigliamento, all’arredamento, ci troviamo davanti ad una grande scelta di articoli appunto ben esposti e invitanti, come il famoso buffet dell’esempio, la maggior parte dei quali o è soggetta alle mode, solo in parte contenute dai saldi, o alle scadenze, prodotti che non potranno essere riproposti così come sono e rivenduti in un secondo tempo, prodotti per i quali ci sono comunque un mucchio di costi di produzione, lavorazione, trasporto, stoccaggio, conservazione e esposizione che non hanno pari nella storia, e che alla fine paga l’ultimo consumatore..."


Ed eccomi a voi, cari Pirati d Radio e di Terra!
eli the worst pronta a salpare dalla baia di yastaradio.com e a veleggiare controcorrente  sull’onda veronese di Radio RCS, portandovi tutto il suo carico di sogni e disappunto.
Come sempre vi ringrazio tutti, e mi piacerebbe davvero poterlo fare individualmente, per l’ascolto affettuoso e continuativo, che cresce e copre tutte le fasce di replica che vi offriamo noi di Radio Pirata - la Radio nella Radio. Ma poiché non mi è possibile farlo, vi invito a seguirmi come sempre, nelle mie rotte un po’ arzigogolate 
Oggi, dove vi porterò con il mio bordeggio?
Da dove partiremo, ma soprattutto, dove approderemo tra racconti, riflessioni e considerazioni?
Salite a bordo, aprite il cuore e lasciate alla deriva i pregiudizi...
Io me la vedo mia madre, o mia nonna o una qualsiasi di voi che vi prendete cura della famiglia, che vi prendete cura del bilancio familiare...
Vi vedo, dicevo, alle prese con i preparativi della cena: siete in quattro: gli sposi e i loro due splendidi pargoletti - ma l’esempio vale lo stesso anche per qualsiasi meravigliosa coppia omosessuale con o senza bimbi, fidatevi, e proseguite con me -
Dicevo, quattro persone, così tanto per fare una media plausibile.
Famiglia ancora un po’ antiquata, se vogliamo, nel mio esempio, con una madre che si prende la briga di occuparsi di tutti.

I figli e il consorte rientrano a casa e ovviamente trovano un buffet meraviglioso che espone in modo attraente e goloso le quattro porzioni di cibo necessarie a sfamare la famiglia.
Naturalmente ci saranno primo, secondo e contorno per il pasto di ciascuno e moltiplicati per quattro...
Ma siccome non tutti hanno gli stessi gusti e non sempre, anche se piace, si ha voglia di mangiare quella certa cosa, cosa troveremo ben esposto in quella cucina?
Quattro pasti completi in almeno sei versioni diverse, più le svariate bevande!
Così, ciascun membro di questa bella famigliola potrà guardare, immaginare di gustare, farsi venire l’acquolina in bocca, magari mettere nel piatto il doppio di quello che realmente potrà far entrare nello stomaco ed essere sazio, appagato e soddisfatto nel gusto e nelle quantità.
Del resto, capita a tutti, no?, di sentire quel formicolio, quel pizzicore che ci fa percepire l’idea di poter scegliere come necessaria e indispensabile per appagare i nostri sensi, anche se, alla fine, la maggior parte delle volte continueremo a scegliere fra tutte sempre e comunque quella tal cosa, malgrado la disponibilità delle varianti...

Dunque, tirando due somme, la situazione è questa: disponibilità di ben 72 porzioni di cibo a fronte della necessità - con estensione di golosità - di 12, 16 porzioni totali con tanto di avanzi.

Ovvio che questi avanzi non potranno circolare a lungo in quella cucina: gli avanzi hanno diverse criticità, in un contesto come quello descritto: intanto, la necessità di venir riproposti ma svalutati - cavolo, volete mettere la “prima scelta”? - e poi...ci sono le scadenze, per non parlare degli abbinamenti tra alimenti e della mutevolezza delle mode legate alle diete...insomma, se va bene, qualcosa si può dare al gatto o al cane di casa, ma il resto...dev’essere rigorosamente buttato...e sarà ovvio veder ripetere la stessa dinamica a ogni pasto della famiglia

Ora potrei prendere in considerazione anche altri aspetti di questa golosa proposta:
il tempo. Questa madre, quanto tempo dedicherà a fare la spesa, sistemare gli acquisti, valutare le combinazioni alimentari, manipolare e modificare gli ingredienti al fine di realizzare le sue numerose ricette che dovranno anche essere irripetibili - già, dimenticavo anche questo aspetto, in collegamento al tema della puntata che sto sviluppando - ?
E a cosa verrà sottratto questo tempo, o a quale prezzo?

Inoltre, si parlava di bilancio: rimanendo nella più rosea delle ipotesi, abbiamo visto che in questa famiglia viene buttato circa il 75% di quanto preparato: quindi anche una buona fetta di tempo usata sarà uno spreco, per non parlare del denaro speso per nulla, che, valutando un numero maggiore di viaggi a fare la spesa con i costi della benzina, inciderà anche un pochino di più, così come inciderà sulla spesa definitiva di quei pasti buttati l’energia elettrica necessaria per illuminare durante le operazioni di stivaggio degli acquisti e della loro successiva riapparizione e lavorazione, quella che servirà per la conservazione tra frigo e freezer o che sostituirà il gas per la cottura, e quella che probabilmente si utilizzerà successivamente insieme all’acqua per la lavastoviglie, aggiungendo a questa pure i costi dei detersivi....

Dunque, per buttare via molta roba, questa madre spende davvero molto più di quanto consuma!
...con il risultato che ...ciascun pasto costerà REALMENTE non quanto speso, ma la somma della spesa e dello spreco, per cui, se abbiamo valutato che la madre propone 24 pasti completi e ne utilizza solo 4, in realtà ogni singolo pasto costerà come 6 più le spese cui ho accennato sopra...
Per quanto sia attenta al prezzo di base di ogni singolo ingrediente, spenderà comunque 5 volte di più, e spesso, probabilmente, perdendo in qualità proprio allo scopo di risparmiare.

A tutto questo possiamo anche aggiungere la parte connessa a queste abitudini in danni all’Umanità (non dimentichiamo le guerre di cui siamo parte per sto maledetto petrolio che è si carburante, ma anche infinita oggettistica) e all’Ambiente con il surplus di imballaggi, sacchetti, e inquinamento collegati.
Ah, ma voi non fate così...? ah ma voi, comunque comperate e cucinate il giusto? 4 pasti per 4 persone? Eppure...eppure... eppure è una cosa che invece facciamo TUTTI.

Provate a pensarci: ogni volta che noi entriamo in un negozio o in un supermercato, qualsiasi articolo tratti, dal cibo, ai libri, all’abbigliamento, all’arredamento, ci troviamo davanti ad una grande scelta di articoli appunto ben esposti e invitanti, come il famoso buffet dell’esempio, la maggior parte dei quali o è soggetta alle mode, solo in parte contenute dai saldi, o alle scadenze, prodotti che non potranno essere riproposti così come sono e rivenduti in un secondo tempo, prodotti per i quali ci sono comunque un mucchio di costi di produzione, lavorazione, trasporto, stoccaggio, conservazione e esposizione che non hanno pari nella storia, e che alla fine paga l’ultimo consumatore...

So già che qualcuno commenterà...”eh, ma vuoi mettere quanti posti di lavoro?” Certo, lo comprendo e me ne rammarico, perché per quante siano le cose di cui mi rendo conto, so perfettamente che trasformare questo disastro in un circolo virtuoso è una sorta di donchisciottesca battaglia contro i mulini a vento. Ma da Bastiàn Contrario quale sono...vi pare che possa seguire pedissequamente e docilmente la corrente?

I posti di lavoro. Già. Viene pagato caro tutto tranne l’Umanità che se ne occupa!
Da qualche anno ci siamo lasciati abbindolare dall’idea del prodotto in serie, dal suo basso costo...
Già.
Provate a rimettervi nell’ottica di quanto vi ho descritto sopra e proviamo a metterla, ad esempio, all’interno di un mobilificio. Vero: oggi con poco si arreda una casa: ma quanti pezzi invenduti vengono prodotti? Quante ore di lavoro improduttivo paga l’azienda per i pezzi invenduti? Quanto costano alle aziende i macchinari per produrre quel mobile e quanto serve per ammortizzarne il costo? Quanto spazio serve nei capannoni e nelle esposizioni per contenerli e metterli in vendita? E quanto costa - in termini economici e ambientali - produrre e mantenere quei magazzini e quelle esposizioni? ...e quante sono le aziende che evadono le tasse o che si appoggiano a sovvenzioni varie a spese della collettività per restare in piedi?

Ma tornando al vostro mobile: se l’avete pagato 1000, nell’ottica precedente, probabilmente il prezzo reale di quel singolo mobile, se non venisse caricato di tutte le perdite menzionate, è probabilmente meno di 200.
Se ciascuno venisse comunque pagato per il suo tempo e questo non fosse strettamente agganciato al numero dei pezzi da prodursi in un’ora al di là che vengano o meno venduti?
Ora, non sarebbe più bello pagare 1000 qualcosa che valga davvero 1000?
E se un operaio invece di essere a catena e produrre 50 pezzi in un’ora potesse trasformarsi in artigiano e produrne 1 in un’ora, ma con la dovuta prenotazione e certezza di vendita?
Se ogni pezzo prodotto avesse la certezza di essere anche venduto e usato?

Capite dove voglio portarvi?

In breve, l’industrializzazione dei prodotti, ci ha portati ad un surplus di invenduto, di manipolazione inutile di materie prime, di ladrocinio delle risorse della Terra e alla produzione di rifiuti più grave di qualsiasi tsunami, una produzione di infima qualità sia dei prodotti che della Vita delle persone che li lavorano!

Tornando alla famosa mamma dell’esempio...ve la immaginate occupata in cucina, che so, a sbattere per tutta la vita uova senza mai vederle diventare frittata, o torta, o pasta fresca, o crepes o tutto quello che vi passa per la testa?
Provate a pensare al godimento, alla soddisfazione, al piacere profondo di vedere il nostro lavoro che arriva al completamento di sé... Non ha forse valore anche la qualità della nostra Vita? E chi produce ciò che acquistiamo, non è forse una persona esattamente come me e voi che mi ascoltate?

Cavolo, ma avete mai pensato alla mole di invenduto che produce un singolo centro commerciale in una singola stagione?

Io mi sento letteralmente sopraffatta quando ci ragiono un momento!
Se poi pensiamo al reparto alimentare, soprattutto sul fresco! ...e poi diciamo che c’è la fame nel mondo! LA FAME NEL MONDO??? Ma quanto siamo ipocriti? Ma quanta gente potrebbe essere sfamata se smettessimo di avere, appunto, la fantomatica necessità di scegliere? Abbiamo prodotti da tutte le parti del mondo...anche quelli di quella parte del mondo che muore di fame, se è per quello! Abbiamo prodotti che non hanno più alcun legame con la Terra e con la stagionalità: tutto e sempre! Abbiamo prodotti inventati dalle aziende perché non sanno più come riempire le nostre dispense di roba da buttare, pensate solo alla miriade di tipi di farina di grano che si trova oggi, la cui scadenza è sempre più imminente....del resto le aziende devono cercare di ridurre il più possibile l’invenduto facendo aumentare il nostro rifiuto....

E in tutto ciò, sentiamo sempre più acceso e incisivo il funesto vaticinio che ci dice che ci stiamo riproducendo troppo perché la terra possa sostenerci.

Io non credo che siamo in sovrannumero: se tutti prendessimo dalla Terra davvero solo quello che ci serve, se non creassimo cose indistruttibili con materiali che la Terra ben cela nel proprio cuore, se non abusassimo nell’utilizzo di energie anziché preoccuparci di inventare nuove fonti per produrle... No, non credo che siamo troppi: credo che siamo solo troppo troppo troppo viziati, egoisti e per niente lungimiranti. 
...e credo che siamo così succubi di questo alienante stile di vita, da aver scordato anche il valore intrinseco alla Vita stessa, alla nostra Vita stessa...

Buono shopping a tutti, dalla vostra eli the worst, Bastian Contrario della vostra Radio Pirata - la Radio nella Radio.


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